RUSSIA – Ad oggi, la Russia risulta il paese più sanzionato al mondo. Di certo si tratta della stratte conseguenza dell’insieme di misure adottate dai paesi appartenenti all’Europa e agli Stati Uniti intenzionati a dare ausilio al popolo ucraino a seguito dell’invasione russa. E l’Europa, che si è dimostrata forte e unita, nonostante le minacce di Putin di “chiudere i rubinetti” di gas, non arretra e risponde con il REPowerEU, un piano con l’obiettivo di ridurre fino a due terzi le importazioni di gas da Mosca già da quest’anno. Non da ultimo proprio le dichiarazione del presidente del Consiglio Draghi che ha esplicato l’intenzione di diversificare l’import del carburante così da porre ai ripari il Paese da eventuali ambigue politiche russe.
Ma le sanzioni non colpiscono solo lo stato russo o le aziende: gli oligarchi russi sono anch’essi nel mirino. A partire dall’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio, i patrimoni dei miliardari più ricchi si sono ridotti considerevolmente: si pensi che il 3 marzo, il totale dei patrimoni stimati dal Bloomberg Billionaires Index era diminuito di 88 miliardi di dollari rispetto al 23 febbraio. Vagit Alekperov, presidente di Lukoil, è stato quello che ne ha risentito di più, perdendo oltre il 60% del suo capitale personale, finendo fuori dalla lista insieme ad altri 4 miliardari russi.
Vladimir Potanin, l’uomo più ricco di tutta la Russia, ha visto crollare le azioni della sua azienda Norilsk Nickel (tra i principali produttori di nichel e palladio al mondo) di oltre il 50%, per una perdita complessiva di 4,5 miliardi. La causa di perdite così notevoli è il crollo della Borsa la vendita di asset russi sul mercato.
Ciò dimostra come nella guerra economica mossa dall’Occidente nei confronti di Mosca, contano soprattutto i sequestri delle attività estere di enti e individui russi, e le sanzioni a chiunque operi con imprese, individui, banche o istituzioni russe inserite nella ‘lista nera’.