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De Luca sulle conseguenze della guerra: “Benzina oltre i 2 euro, esportazioni di grano bloccate”

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Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della consueta diretta del venerdì, ha elencato le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, parlando del problema dei rincari, come nel caso della benzina, e della carenza di materie prime quali grano e mais.

Innanzitutto ha affrontato il tema dei rincari che sta interessando soprattutto i carburanti: “Intanto la benzina è arrivata oltre i 2 euro al litro. Iniziamo ad avere un problema energetico che comincia a toccare il modo di vivere e le attività economiche dell’Occidente.  Quando parliamo di sanzioni cerchiamo di mantenere i nervi saldi perché si scaricano anche su di noi.

“Cominciamo ad avere problemi per i trasportatori. E ‘chiaro che se abbiamo aumenti di questa proporzione per benzina, gasolio e simili avremo problemi per il trasporto su gomma oltre che per i mezzi privati ma anche per i pescherecci”.

“Il ministro Cingolani ha parlato del raggiungimento di un’autonomia nazionale entro tre anni. Intanto non è che possiamo stare senza benzina per tre anni o con la benzina razionata. Poi ci credo poco che avremo autonomia energetica in 3 anni. La cosa amara è che in Italia ci siamo consentiti il lusso della demagogia totale anche per fare un gasdotto.

“La transizione ecologica non si fa con i sospiri, è un processo che richiede dei tempi perché dobbiamo far funzionare la macchina industriale produttiva. Stiamo capendo adesso che se sei dipendente per il 90% da paesi esteri per le forniture energetiche sarai sempre uno stato debole, esposto ai ricatti. Abbiamo da mettere in campo una politica energetica seria”.

I danni, secondo il Governatore, colpiranno svariati settori produttivi: “La Russia come ritorsione alle sanzioni ha deciso di bloccare le esportazioni di grano fino alla fine di agosto. Si blocca l’esportazione di grano e mais. L’Ucraina è il principale esportatore di argilla al mondo. Non avere argilla significa non avere materia prima per le industrie di ceramiche”.

Avremo ricadute sul settore agroalimentare, sui pastifici, sul settore delle ceramiche oltre che sui settori esportatori quali pelli, scarpe, borse, alta moda e così via. Una situazione di guerra e di mantenimento delle sanzioni se si prolunga nel tempo comincia a mordere anche sulla nostra carne. Questo ci obbliga a far camminare insieme i processi politici, la diplomazia e il ritorno per quanto possibile rapido alla normalità sul piano dell’economia e delle forniture di materie prime”.

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