CASAVATORE – Non c’è pace per l’amministrazione protagonista del singolare “ribaltone” ad opera del Consiglio di Stato: una nuova tegola si abbatte sui cittadini, costretti a fare i conti con l’imposizione della T.A.R.I. sugli immobili con funzioni commerciali o di pertinenza delle abitazioni che, tra un commissariamento ed una sfiducia, le varie squadre alternatesi nel Governo cittadino avevano negli ultimi anni distrattamente dimenticato di applicare.
In tutto ben 7 anni di arretrati: non c’è di che essere felici, insomma. Avvisi, in certi casi, con importi talmente alti da mettere alla prova anche i miocardi più allenati. A gettare nello sconforto gli sfortunati contribuenti e a rendere tutto più complicato, un’ulteriore omissione: la mancata adozione della tariffa c.d. “binomia” che prevede, cioè, una parte fissa di importo contenuto, solitamente applicata a questo tipo di immobili, e una variabile legata al numero di occupanti l’abitazione principale.
La Casa comunale è diventata, nelle ultime settimane, mèta di cittadini inferociti anche per i numerosi errori nella determinazione delle tariffe, con interpretazioni “fantasiose” ed imbarazzanti da parte degli uffici preposti. Al peggio, insomma, non c’è mai fine.
A cercare di mettere una toppa arriva in soccorso un gruppo di cittadini, tra i quali una professionista in materia tributaria, che hanno ben pensato di costituire un Comitato di scopo denominato “EQUITARI” che richiama appunto, facendosene promotore, il principio di equità nell’imposizione della T.A.R.I., principio evidentemente violato dalle attuali modalità di riscossione, con richieste di fatto assolutamente sproporzionate rispetto a quanto sarà poi effettivamente riscosso negli anni a venire una volta messe a regime le nuove tariffe. Protocollata oggi la richiesta per l’allestimento di un gazebo informativo utile a raccogliere le adesioni dei propri concittadini.
Si pensi che, a causa dell’utilizzo delle tariffe precedenti ancora “colpevolmente” in vigore, si potrà pagare per lo stesso immobile una cifra addirittura QUADRUPLA per gli anni dal 2015 al 2021. La speranza dei residenti è quella di scuotere la politica locale dallo stato comatoso nel quale è sprofondata sin dai primi mesi del proprio esercizio, arenandosi su nomine e commissioni consiliari, cumulando pasticci a ripetizione. Insomma, un esordio non certo brillante, nonostante le premesse e, soprattutto, le promesse. Per il momento, più T.A.R.I. per tutti, in attesa di una decisione politica che tarda ad arrivare. Nei corridoi dei piani alti risuona il classico “ci stiamo lavorando”.
Sperando non sia il solito refrain.