Emergono ancora nuovi retroscena sulla rapina all’ufficio postale di Napoli, effettuata da due carabinieri ed un complice il 21 gennaio 2019. Complice che, i militari, conoscevano bene visto che era sottoposto all’obbligo di firma negli uffici della caserma di Casoria. L’idea del colpo, dunque, sarebbe nata proprio in quest’ultimo posto, dove Alfonso L. (il nome del pregiudicato) avrebbe proposto la rapina ai due membri appartenenti alle forze dell’ordine.
«Fermi, carabinieri!», avrebbero urlato gli aggressori intimando l’alt alle vittime. Effettivamente non si sbagliavano, perché seppur in borghese i due malfattori appartenevano all’Arma. Entrambi, il 37enne Andrea T. ed il 49enne Antonio V., prestavano servizio presso la compagnia di Casoria. Con loro c’era il terzo complice, Alfonso L., che abitualmente si recava in caserma per l’obbligo di firma.
È così che è emerso il sospetto, inimmaginabile, che però rafforza l’ipotesi accusatoria. L’idea del colpo sarebbe nata negli uffici della caserma di Casoria. Alfonso L. , come riportato da Il Messaggero, avrebbe agito così poiché, probabilmente, era a conoscenza delle presunte difficoltà economiche nelle quali i due appuntati si sarebbero venuti a trovare in quel periodo.
Erano le 15:30 del 21 gennaio 2019. A quel punto, scatta il raid. Tre persone attendono l’uscita dagli uffici postali di un gruppetto di persone, quali hanno appena prelevato una ingente somma di denaro. Non appena questi giungono all’esterno della struttura, la banda si mette in azione ed effettua la rapina. Due degli aggressori hanno anche mostrato un distintivo ed una paletta in dotazione all’Arma.