“Siamo alla terza esperienza di trasformazione in ospedale covid e abbiamo da subito le corsie piene, i 50 posti di degenza al via dal 5 gennaio sono stati subito occupati”. A dichiararlo è stato Massimo Ferrara, direttore sanitario dell’ospedale Loreto Mare.
Il Loreto Mare, infatti, dal 5 gennaio è tornato ad essere un ospedale nel centro di Napoli completamente dedicato al Covid. I contagi della quarta ondata salivano e cosi’ il nosocomio ha subito messo in campo i 50 posti di degenza e le otto postazioni di terapia intensiva che con la variante Omicron che spadroneggia vengono questa volta meno occupate:
“Ieri ne avevamo occupate in terapia intensiva cinque su otto – spiega Ferrara – ma stamattina si sono liberati due posti, quindi ne restano tre occupate e non ho nuovi trasferimenti al momento. si va avanti cosi’, con miglioramenti o peggioramenti”. Dai dati emerge la conferma che la variante attacca su larga scala, anche i vaccinati, ma non ha conseguenze gravi per loro.
“Sui 50 posti letto degenza – spiega Ferrara – c’e’ sempre una richiesta importante ma il turn over e’ maggiore rispetto alla precedente ondata. Stiamo reggendo: ne ho dimessi tre stamattina ma nel pomeriggio si occupano immediatamente.
In generale c’e’ un minore impegno sui problemi broncopolmonari; rispetto alle ondate precedenti, ci sono, ma minori. Sui pazienti c’e’ anche un ottimo lavoro esterno dell’Usca: arriva qui solo chi ha bisogno di cure complete all’ospedale, se le cure si limitano al controllo sul territorio l’Usca lo fa in maniera ottima, anche meglio di prima, sono ormai esperti del covid”.
Ma le persone fragili restano e sono anche le persone a cui si comincia a pensare per una quarta dose: “Le persone fragili – spiega Ferrara dall’esperienza in corsia – sono piu’ attaccabili dal covid e hanno conseguenza maggiore. C’e’ una forte impronta di malattie a cui si unisce il covid, penso alle malattie rare ma anche al diabete, alle patologie broncopolmonari, alle malattie cardiache, tutte gia’ precedentemente esistenti”.
Ferrara e’ impegnato anche a preservare lo staff dal contagio: “Attualmente – spiega – il conteggio su medici, infermieri e Oss che hanno preso il covid e’ intorno al 10%, inferiore alla media dei tamponi positivi in Italia che e’ sul 13%. C’e’ grande attenzione ed e’ molto raro che sia preso nell’ospedale, qualcuno se lo becca per situazioni di covid familiari”.