L’Italia si è risvegliata, dopo il fine settimana di Capodanno, molto più gialla di prima.
Discorso simile per la zona arancione, in cui per i vaccinati non cambia nulla. Lo scurirsi dei colori delle Regioni, però, è il risultato di un peggioramento netto e repentino della situazione epidemiologica, con gli ospedali che si stanno riempiendo giorno dopo giorno di malati Covid. Per non parlare dei contagi settimanali, con l’incidenza che schizza sempre più in alto. Già dalla prossima settimana, dopo la Befana, a partire dal lunedì 10 gennaio, diverse Regioni potrebbero scivolare in zona arancione, mentre il gruppo in zona gialla dovrebbe aumentare ancora di più.
Per capire quali Regioni rischiano la zona gialla (praticamente tutte) e quali invece possono finire in zona arancione, bisogna guardare i dati di terapie intensive e ricoveri in area medica.
La soglia è del 10% in terapia intensiva e del 15% in area medica per la zona gialla, che sale a 20% e 30% per passare in zona arancione.
Attualmente la metà delle Regioni italiane è in zona bianca, ma da lunedì prossimo, quando entrerà in vigore un’eventuale ordinanza che il ministro Speranza potrebbe firmare venerdì 7 gennaio dopo il monitoraggio Iss, i territori nella fascia più chiara saranno molti meno: l’Abruzzo ha superato la soglia in terapia intensiva ed è in bilico in area medica di un punto percentuale, stesso discorso per la Toscana; Campania, Umbria e Valle d’Aosta hanno sforato il tetto in area medica, ma resistono di un punto in terapia intensiva; l’Emilia Romagna ha superato entrambi i valori ed è virtualmente già in zona gialla (a meno che la situazione non migliora da qui a venerdì). Le uniche Regioni più “tranquille” sono Basilicata, Molise, Puglia e Sardegna.