Cronaca

La chat dell’orrore, sgominata banda di pedofili: i particolari

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Un’indagine coordinata dal Servizio Polizia Postale, ha portato all’identificazione di cinque soggetti, che utilizzavano una nota piattaforma di messaggistica, per scambiarsi immagini e video ritraenti le fantasie sessuali dei componenti delle loro famiglie, compresi i figli, accompagnate dalla produzione di contenuti realizzati mediante lo sfruttamento sessuale di minore. Tra i componenti del gruppo, figurano anche due napoletani, uno dei quali dipendente del Comune di Napoli.

In particolare, la prima perquisizione, fu eseguita dal Compartimento Polizia Postale per il Lazio, a carico di un cittadino residente nella capitale, arrestato in flagranza di reato, poiché individuato in possesso di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Si trattava di un 45enne imprenditore edile bolognese, perquisito nell’immediatezza dei fatti. L’uomo, condivideva un video raccapricciante, che lo ritraeva intento in pratiche onanistiche in presenza della figlia. Per tale motivo, la Procura di Bologna, ha richiesto e ottenuto dal Gip, la misura cautelare in carcere per il soggetto. Inoltre, contestualmente a tale provvedimento, è stato perquisito e denunciato a piede libero il terzo componente del gruppo, poiché detentore di materiale pedopornografico ma estraneo alla produzione di contenuti sessuali ritraenti minori.

Infine, gli ultimi due componenti del sodalizio, un cittadino bresciano e l’altro napoletano, sono stati arrestati il primo, per flagranza di reato per detenzione d’ingente quantitativo di materiale attinente allo sfruttamento sessuale di minori ed indagato per violenza sessuale ai danni della figlia. L’altro invece, poco più che trentenne, è stato trovato in possesso di 200 file pedopornografici, oltre a diretti riscontri della partecipazione dell’indagato alla chat, dove condivideva le proprie fantasie inerenti ad atti sessuali con minori.

Pertanto, il soggetto, è stato tratto in arresto per detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico e collocato in carcere.

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