NAPOLI – Nella città metropolitana non si parla d’altro: i fondi del Pnrr rappresentano, forse, l’ultimo tramite con cui porre rimedio ad un comune da 5 miliardi di euro di debito.
Il rettore dell’Università di Napoli Federico II, Matteo Lorito, non ha mancato di esprimere le proprie considerazioni riguardo l’arrivo dei fondi previsti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati all’università e alla ricerca.
Secondo il rettore esso costituisce un «momento storico». Lorito spiega che «sono previsti quattro grandi interventi per l’università, complessivamente circa 6 miliardi, con i bandi che usciranno nei prossimi mesi».
Si tratta di un’occasione unica per le università meridionali ed in particolare per l’università più autorevole, nonché grande, del Mezzogiorno, la Federico II.
Proprio nel meridione sarà destinato il 40% dei fondi europei previsti dal piano. Grazie a una parte dei fondi arrivata già ad agosto, Lorito dichiara che l’università ha potuto finanziare 164 posizioni di ricercatore universitario junior.
«L’idea dietro il Pnrr – spiega Lorito – è che questa pioggia di fondi ci dà la possibilità di svolgere delle attività nuove, perché questi fondi non possono essere utilizzati per motivi strutturali, ma per qualcosa che deve essere collegato a un’innovazione: la transizione green e l’innovazione per il digitale», conclude il rettore.