NAPOLI – Sono due anni che gli avvocati vivono difficoltà di cui sembra non importare a nessuno, fatta eccezione per loro stessi e per quanti attendono sentenze che renda loro giustizia.
Causa emergenza “Covid 19”, l’intero sistema giudiziario ha subito una battuta d’arresto. Gli aiuti, per quanto insufficienti, hanno raggiunto solo pochi avvocati, molti altri, nonostante, visti i decreti, ne avessero diritto, hanno preferito rinunciare piuttosto che impegolarsi in diatribe senza fine.
Dopo il momento di fermo, la macchina della giustizia, si è lentamente rimessa in moto. Alla lentezza, dovuta al numero ridotto, per motivi di sicurezza, di trattazione di cause per udienza, è coinciso il mancato adeguamento numerico degli operatori del settore: cancellieri e giudici. Pertanto il caos imperversa nei corridoi delle aule di giustizia. Non di rado, gli avvocati, si trovano di fronte a rinvii d’udienza, non riportate dagli appositi servizi telematici, quindi ad uscire di casa, alimentare il traffico, già sostenuto a certe ore del mattino, cercare un posto in garage costosi e spesso completi, per la beffa!
Rinvii a un anno e a volte più, nel frattempo c’è l’esborso per iscrivere a ruolo la causa, oltre le altre spese per spostamenti e parcheggi che non verranno mai considerate o rivalutate.
Si parla di tempi del giusto processo, gli avvocati sono tutti processati dal sistema inadeguato e di quanto termini tutto questo non si ha idea.
Beffa delle beffe a dicembre arriveranno, tutte in una volta, le rate, slittate per l’emergenza, da pagare alla Cassa forense, come si fosse non solo tornati alla normalità ma si fosse recuperato il perduto.
Gli avvocati tengono duro ma molti sono alle corde e chiedono con l’applomb che contraddistingue la categoria che “giustizia” sia un concetto che possa offrire garanzie anche a loro.