CAIVANO – Le lamentele del primo cittadino a mezzo social sul fatto che nel Comune gialloverde dovessero servire delle figure tecniche in grado di poter progettare per recepire fondi sovracomunali, in realtà avevano uno scopo ben preciso.
Col senno di poi possiamo asserire, senza tema di smentita, che tali dichiarazioni erano il preludio ad una scelta fatta dall’Amministrazione Falco che definirla discutibile sarebbe un eufemismo.
Come si legge sulla Delibera di Giunta 210 del 28 ottobre 2021 la giunta Falco decise di approvare lo schema di Convenzione ex art. 14 del Contratto di Collaborazione Nazionale del Lavoro del 22 gennaio 2014 con il Comune di Ottaviano per usufruire della professionalità, come tecnico comunale, dell’Arch. Armando Santelia.
Ora, premesso che il Sindaco e la sua giunta, considerato anche lo stato di dissesto finanziario, dal punto di vista delle assunzioni hanno un po’ le mani legate ma è possibile che prima di decidere di assumere una figura tecnica a “scavalco” – come si dice in gergo – nessuno abbia googlato il nome dell’architetto per conoscere le sue competenze e soprattutto il suo operato in altri comuni?
Armando Santelia è stato più volte coinvolto in atti giudiziari e accusato di vari reati sia dal punto di vista penale che amministrativo ma è anche vero che la maggior parte di quei reati o sono stati archiviati o prescritti e quindi, oggi, l’architetto opera senza alcuna restrizione nel Comune di Ottaviano.
Allora la domanda sorge spontanea: perché revocare la delibera che poteva permettere il Comune di Caivano di dotarsi una figura professionale che potesse far arrivare, attraverso progettazioni, linfa vitale nelle casse comunali? Cosa teme il Sindaco Falco: il passato del dirigente, le accuse che la minoranza potesse muovere, la seconda venuta di una commissione d’Accesso o il riferimento sul territorio che ha promosso il nome dell’architetto di Ottaviano?
Ancora una volta la gestione della cosa pubblica dell’Amministrazione Falco appare come quella dei dilettanti allo sbaraglio. Un sindaco e una giunta che navigano a vista, che deliberano una cosa per poi revocarla a seconda degli humors cittadini e non solo.
Ultima trovata della fascia tricolore è la richiesta al PD di cedere un assessore per consentire l’entrata in giunta dalla porta di servizio di Pasquale Mennillo e riconoscere a Italia Viva il secondo assessore. Un riconoscimento basato solo sul mero calcolo dei numeri innescato dalle cattive scelte fatte alla genesi dell’esecutivo caivanese ma che nei fatti non troverebbe quell’equilibrio sperato.
Italia Viva è diventata oramai un’accozzaglia di consiglieri eterogenei attaccati con la saliva al solo scopo di poter alzare il prezzo in giunta e attutire il trasformismo continuo di “Noi Campani”.
Niente di politica e nulla a che vedere con l’interesse collettivo. L’Amministrazione Falco passerà alla storia come il poltronificio più evidente mai visto nel Comune gialloverde.
Così, il primo cittadino, mentre preferisce mantenere al suo posto un’assessora evasore fiscale e indagata per falso ideologico al proprio posto, così come preferisce mantenere al suo posto uno degli assessori più inutili e incapaci della storia caivanese, parliamo dell’assessore grillino Penza, chiede un ulteriore sacrificio al PD, il primo partito caivanese che ha consentito all’attuale fascia tricolore di sedere sullo scranno più alto della città.
A questo punto saremo proprio curiosi di sapere quali siano i motivi di tale scelta e qual sia il ragionamento logico-politico che ha applicato il Sindaco per fare tale richiesta ai dem caivanesi.