Il Tribunale di Napoli Nord, ha motivato la sentenza emessa lo scorso 17 settembre, con la quale ha assolto, dall’accusa di compravendita di voti, il senatore Luigi Cesaro, suo figlio Armando, i due fratelli Aniello e Raffaele e altri 27 imputati, tra cui l’ex consigliere regionale Flora Beneduce e l’ex sindaco di Marano Angelo Liccardo. Ecco quanto dichiarato:
“Le intercettazioni disposte, nell’ambito del procedimento penale sul piano produttivo del Comune di Marano di Napoli, sui molteplici interessi tra pubblica amministrazione e organizzazioni camorristiche, non sono, per le presenti contestazioni, utilizzabili. Quindi, alla luce di questo fondamentale deficit, le annotazioni acquisite risultano mute, silenti e prive di qualsiasi significato”.
Invece, secondo il giudice, per quanto riguarda gli appuntamenti tra gli imputati, documentati nell’ambito delle indagini per voto di scambio, “si assiste solo a semplici incontri, alcuni dei quali di presumibile matrice politica (anche presso la sede regionale di Forza Italia), di totale irrilevanza penale”. Inoltre, “nessuno dei reati per i quali si procede, consente la sottoposizione ad intercettazione di conversazioni ambientali e telefoniche e quindi, alla luce del quadro istruttorio, non vi sia sufficiente prova per affermare, la responsabilità degli imputati“.