Ormai le manifestazioni no-vax non destano più alcuna sorpresa in noi. Sono notizie e realtà con cui conviviamo dall’inizio della pandemia e di cui noi giornalisti abbiamo discorso più e più volte.
La novità stavolta è relativa alla possibile raccolta firme per un referendum abrogativo volto ad eliminare tutti i provvedimenti legislativi sul Green pass.
Questa è l’intenzione annunciata sul sito referendumgreenpass.it dall’avvocato Olga Milanese, dal docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma Luca Marini e da Francesco Benozzo, docente di filologia romanza all’Università di Bologna. La raccolta firma ha l’intento di raggiungere le 500mila adesioni, quantità necessaria per la richiesta di referendum abrogativo.
“Il Green pass è un palese strumento di discriminazione” – scrivono i promotori sul sito nello spazio dedicato alle ragioni del no all’obbligo di pass sanitario.
Secondo costoro, infatti, il Green pass andrebbe in totale contrasto con un principio costituzionale, dichiarato dall’art. 3 della Carta:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
Il Green Pass, inoltre, sempre secondo i promotori di tale iniziativa aggirerebbe il divieto sancito dall’art. 32 della Costituzione, secondo cui “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario obbligatorio se non per disposizione di legge”.