AFRAGOLA – In questo periodo di calma apparente dal punto di vista della campagna elettorale, nella città normanna a tenere banco è ancora la satira cittadina. L’obiettivo è sempre lo stesso: Gennaro Giustino e la sua frase usata come prima uscita pubblica dopo la sua nomina a canidato sindaco.
Nei giorni scorsi avevamo già raccontato la goliardia di qualche buontempone che denominò il leader centrista “lo smemorato di Afragola”. A questi manifesti c’è stata la risposta di Giustino che denominò “cappucci” chi si serviva di una comunicazione anonima e perfino abusiva.
Stamattina gli afragolesi si sono svegliati e sugli spazi preposti all’affissione, sempre in maniera abusiva, hanno trovato addirittura dei manifesti dal formato doppio (140×100 cm) riportante la stessa frase usata dal candidato a sindaco di centro – “Trent’anni di svendita e di occasioni mancate, ti fidi ancora di loro?” – e divisi in due soggetti grafici, sul primo un’avanzamento di età presa da un’immagine del candidato e modificata attraverso un filtro grafico che va molto di moda sulle app per smartphone, riportante le date delle ultime tre elezioni tenutesi ad Afragola a testimonianza della presenza costante del leader di “A viso Aperto” in tutte le tornate e l’altro soggetto del manifesto invece riporta le immagini, messe in un’ordine abbastanza inquietante ricordando un po’ le prime pagine di alcuni quotidiani di cronaca nera, di tutti gli ex consiglieri comunali dell’era Grillo e che oggi con molte probabilità concorreranno alle elezioni proprio nella coalizione di centro moderata.
Insomma, ancora una volta la città tira fuori i suoi anticorpi e Gennaro Giustino, questa volta viene dileggiato con l’uso della sua stessa Comunicazione. Un colpo di teatro di chi ha pensato ad elaborare questi manifesti che con due affissioni ha rappresentato nei fatti come a volte i politici, usando le parole, cercano di riciclarsi approfittando della memoria corta dei cittadini.
L’unica cosa però è che l’autore o gli autori di questi manifesti, molto probabilmente seguono e sono appassionati di politica, ma evidentemente non sono abbastanza informati sulle ultime vicende, visto che tra quelli che si candideranno al centro, hanno inserito anche Francesco Castaldo e Antonio Caiazzo.
Infatti stando ad indiscrezioni, il primo molto probabilmente si candiderà con Pannone nel centro destra e il secondo non ha ancora sciolto le riserve e non è detto che appoggerà Gennaro Giustino alle prossime elezioni.
Resta però evidente che questo possa essere un segno tangibile di chi vorrebbe un totale rinnovamento della classe dirigente nella propria città.
A differenza dell’altra volta, però, a quanto pare, l’anonimo o gli anonimi attacchini hanno ascoltato le parole di Gennaro Giustino che li invitava a firmarsi sotto i manifesti.
Infatti su questi campeggia la firma di “CC” scimmiottando le due “G” usate dal leader centrista seguite dal nome “Ciccio Cappuccio” e qui cercherò di interpretare il messaggio.
E meglio ricordare a chi ha memoria corta che chi ha fatto per primo il nome di Ciccio Cappuccio ad Afragola, prima che qualcuno possa partire con strumentalizzazioni che possano preoccupare inutilmente le autorità giudiziarie o prima che ci possiamo ritrovare di nuovo sui territori i Ruotolo o i Borrelli di turno, è stato proprio Gennaro Giustino in Consiglio Comunale che raccontò come il divenuto poi famoso camorrista napoletano, originario dell’Imbrecciata – zona che, attualmente va da Porta Capuana a via Martiri d’Otranto, sita nel quartiere dell’Arenaccia, verso la metà dell’800 era chiamata “”Imbrecciata””, a causa dei ciottoli con la quale era stata lastricata, la così detta “”breccia” – rivoluzionò il volto della camorra per sempre: fu il primo, infatti, a dividere Napoli per distretti, affidando ciascuno di essi ad un uomo di sua fiducia che lo amministrasse come proprio.
Nel suo racconto l’allora leader dell’opposizione non disdegnava parallelismi tra la vita e il modus operandi dell’ex Amministrazione con il famoso capintesta, accusando l’ex Sindaco Grillo e il Senatore Nespoli – anche qui sempre ritenuto punto di riferimento – di aver ripercorso le orme di Ciccio Cappuccio mettendo insieme tutto quello che si poteva raccogliere dando origine così ad una coalizione etereogenea.
Chi di Cappuccio ferisce, di Cappuccio perisce. Molto probabilmente, visto che il candidato a Sindaco centrista ha insistito nel suo post dopo i manifesti di Totò e lo smemorato di Afragola col continuare a parlare di cappucci, questa volta intesi come personaggi anonimi, il satirico di turno avrà pensato non solo di usare le sue stesse parole ma anche i suoi stessi aneddoti. Chapeau all’ideatore e che ben venga la satira. L’unica cosa che condanniamo fermamente attraverso le nostre pagine è l’uso abusivo degli spazi pubblici dediti all’affissione.