AFRAGOLA – In questa estate rovente e a pochi giorni dalla presentazione delle liste, nulla di nuovo all’orizzonte! Non che di cose nuove non siano successe anzi, nel senso che le scelte fatte finora dai protagonisti dell’ultim’ora sicuramente non porteranno Afragola fuori dall’impasse amministrativa degli ultimi anni.
Nel centrosinistra la montagna ha partorito il topolino come si dice in gergo. Massima stima per l’uomo, il professionista e il collega Antonio Iazzetta ma se posso permettermi, visto che a quanto pare l’unico organo di informazione su Afragola, rimasto veramente libero ed indipendente è solo Minformo, non si può pensare di riconoscere la sintesi di una coalizione trainata da due grandi partiti, oggi alla guida del Paese, ad un uomo che finora ha sempre e solo raccontato fatti, a volte sul pezzo, a volte in ritardo, su un mezzo cartaceo cittadino. Ripeto, con tutto il rispetto per il giornalista, ma amministrare una città complessa come Afragola è un’altra cosa.
La scelta di un candidato a Sindaco non può essere vista come un’azione in subordine con la consapevolezza dell’uno vale l’altro. Si rischia di mortificare tutti quegli addetti ai lavori che per la loro passione di dare un contributo al proprio territorio partono dalle retrovie. Diventa inutile qualsiasi gavetta o qualsiasi formazione o percorso fatto all’interno di un gruppo politico. Passa il messaggio che chiunque possa fare il candidato sindaco di una città e questo è un messaggio che non posso tollerare.
Se basta dire che un Direttore di una testata giornalistica abbia intrapreso lotte per la legalità e contro la camorra per essere legittimato a fare il leader di una coalizione allora vuol dire che veramente non si è in grado di intendere e di volere. Poi, come ha dichiarato l’ex Consigliere Tuberosa, bisogna capire perché il giornalista Iazzetta, in nome della stessa legalità, non fece menzione alcuna sul suo mezzo di informazione in merito allo scandalo delle mascherine e gel igienizzanti venduti da colleghi al Comune di Afragola a cifre esorbitanti. Ma questa è un’altra storia.
La lotta alla camorra o per la legalità è una precondizione che tutti devono avere per fare il giornalista così come lo è per un politico, poi ci sono i politici onesti o disonesti come ci sono giornalisti onesti e altri estorsori.
Per quanto riguarda l’aspetto politico e il fallimento dimostrato dal PD è condivisibile il pensiero del collega Antonio Auricchio di Napolimetropoli e aggiungerei che la scelta di Antonio Iazzetta che ha già visti protagonisti sul territorio afragolese Francesco Emilio Borrelli e il Senatore Ruotolo, ognuno di loro a dare contributo a delle lotte demagogiche e credo che li rivedremo ancora, è stata una resa del PD che ha già visto depauperare, durante i vari incontri, tutto il patrimonio delle candidature al punto tale da far rinunciare alla corsa lo stesso Domenico Tuccillo che resosi conto della sicura sconfitta decise di intervenire in quella diretta facebook dove tentò di illustrare i fatti ma con scarsi risultati. Il resto è stata tutta incapacità del Segretario Francesco Zanfardino che lasciato solo dall’ex Sindaco non ha saputo tenere la barra dritta e mettersi a capo della neo costituenda coalizione lasciando così campo ai gruppi politici minori.
Un altro attore che vorrebbe passare per il nuovo che avanza è Gennaro Giustino, candidato passionale e irruento che davvero forse coltiva qualche buon proposito e che di lui veramente si ricordano le lotte intraprese dentro e fuori dal Consiglio Comunale ma che per tutto poteva promuoversi fuorché per il nuovo che avanza o per l’alternativa ai vecchi politici.
Della composizione della coalizione del centro moderato quello che preoccupa è la governabilità. Il centro moderato è formato, per esclusivo volere del leader, da tredici ex consiglieri comunali dell’era Grillo, praticamente gli stessi che lo hanno tirato per la giacca per tre lunghi anni.
La gente si domanda: cosa gli impedirà di fare lo stesso con Gennaro Giustino laddove venissero eletti? Forse Giustino avrà la giacca più corta o forse non la indosserà proprio? Staremo a vedere.
Fatto sta che non si può tranquillizzare l’elettorato dicendo di aver assicurato la governabilità a Tuccillo per cinque anni. Erano altri consiglieri, altri politici con altre mentalità e soprattutto era rimasto solo “A viso Aperto” cioè Giustino a fare da ago della bilancia, non è che all’epoca bastava fare opere di convincimento o trovare chissà quali equilibri. Siamo sicuri che il gruppo di “A viso Aperto” rimarrà col sindaco fino alla fine, ma siamo sicuri di poter dire la stessa cosa per gli altri? Ai posteri l’ardua sentenza.