Avrebbe dovuto assistere con senso del dovere e umanità i pazienti ricoverati in ospedale per Covid, d’altronde anche gli infermieri, così come i medici sono sottoposti al Giuramento di Ippocrate ma ad uno dei suoi assistiti, rubò oggetti preziosi dopo la sua morte.
Questo il capo d’accusa che porterà in tribunale il caporeparto dell’ospedale Monaldi di Napoli, che dovrà rispondere di appropriazione indebita.
Secondo gli inquirenti l’uomo, 61 anni, fece sparire gli oggetti personali di Bartolomeo Sorrentino, architetto morto proprio a causa delle complicanze del contagio. Nello specifico 150 euro, una collanina d’oro, un rosario, un cristallo e un computer.
A denunciare l’accaduto erano stati i figli del professionista che ora si confronteranno con il caporeparto del nosocomio partenopeo dinnanzi al giudice per l’udienza preliminare nel settembre prossimo.
I due, presumibilmente, si costituiranno parte civile in giudizio. Al di là di quelle che saranno le conseguenze del processo, resta una vicenda triste che ha colpito una famiglia già profondamente provata dalla morte di un loro caro. E resta l’incredibile accaduto, un furto a tutti gli effetti tra quelle stanze in cui un paziente dovrebbe sentirsi protetto e accudito anziché in pericolo.