Proseguono i test sul vaccino anti-covid eVax, il candidato italiano prodotto dalle aziende Takis e Rottapharm Biotech e che ha coinvolto nella sperimentazione anche il Pascale di Napoli.
Secondo i dati dei modelli preclinici, pubblicati sul sito BioRxiv, il farmaco riuscirebbe a contrastare il virus mostrandosi efficace anche contro le varianti.
I risultati provengono dalle analisi condotte su modelli animali relativi alla sperimentazione clinica di fase 1 e 2 attualmente in corso.
Lo studio è frutto della sinergia tra Istituto Spallanzani, Istituto Regina Elena, Ingm e ospedale San Raffaele di Milano, università tedesca e israeliana, National Infection Service del britannico Public Health England.
Sulla base di tale studio a inizio marzo sono state avviate le sperimentazioni presso alcuni dei più importanti centri italiani: Ospedale San Gerardo di Monza, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale di Napoli, Istituto Spallanzani e Centro Ricerche Cliniche di Verona. Il tutto col supporto dei laboratori di VisMederi di Siena.
Il vaccino italiano, sia nel suo funzionamento che per le modalità di somministrazione, si differenzia da quelli finora autorizzati per la messa in distribuzione. Il candidato eVax, infatti, utilizza la tecnologia del Dna e la tecnica di elettroporazione sviluppata grazie alla collaborazione con l’azienda IGEA di Carpi: saranno brevi stimoli elettrici a consentire il passaggio del Dna all’interno delle cellule.
Sono stati avviati anche i primi test sull’uomo. Questi hanno coinvolto anche la città di Napoli dove il farmaco è stato iniettato ad un campione di volontari.
I risultati finora emersi, e presentati ad un’importante rivista internazionale, mostrano che il candidato riesce a contrastare il covid, agendo positivamente anche sui nuovi ceppi.
“Lo studio clinico è in corso e ci aspettiamo i primi risultati su sicurezza ed immunogenicità del vaccino per fine Agosto. Nello scenario attuale, COVID-eVax potrebbe rappresentare un ottimo strumento in Paesi dove non c’è attualmente disponibilità di vaccini o come richiamo della risposta immunitaria nel tempo indotta da altre piattaforme vaccinali” ha concluso Lucio Rovati, Presidente e Direttore Scientifico di Rottapharm Biotech.