“Da oggi la Stazione Zoologica Anton Dohrn riapre finalmente le porte alla città. È un luogo magico che cattura tutti gli amanti della vita marina” ha scritto il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, annunciando la riapertura del magnifico acquario di Napoli.
Spiegando poi “L’acquario è il più antico del mondo e ospita oltre 200 specie animali e vegetali in 19 vasche di ultima generazione ed ha conservato l’architettura originaria dell’800“.
Concludendo “Dopo tre anni di chiusura ora non bisogna fare altro che scoprirlo, visitarlo e sostenerlo“.
Dopo circa tre anni di lavori di ristrutturazione e ammodernamento, ha riaperto oggi, martedì 8 giugno, al pubblico, a Napoli la Stazione Zoologica Anton Dohrn. Alla cerimonia sono intervenuti il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, oltre al presidente della stazione zoologica, Roberto Danovaro.
“Oggi, per me, è un giorno significativo e importante, perché essere qui significa essere nel cuore anche della ricerca di Napoli, del mare di Napoli, dove oggi possiamo dire che hanno restituito alla città un posto straordinario, un posto che è una parte della storia della città e il cuore pulsante della ricerca per il mare“, ha detti il presidente Fico.
Torna così a splendere la magnifica Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, fondata nel 1872 dallo zoologo tedesco Anton Dohrn.
Costruito due anni dopo, nel 1874, l’acquario storico, uno dei più antichi al mondo, unico nel suo genere per essere rimasto nella sua architettura originaria dell’Ottocento, riapre oggi al pubblico perfettamente restaurato dopo 6 anni di lavori.
Agli interventi di carattere strutturale, cominciati alla fine del 2015, hanno fatto seguito negli ultimi due anni i lavori di rifacimento e riallestimento delle vasche: si tratta dell’intervento più importante e completo nei suoi quasi 150 anni di storia.
La riapertura dell’Aquarium permetterà la valorizzazione del patrimonio culturale del Paese e il rafforzamento della ricerca scientifica, e si inserisce nella strategia di potenziamento della terza missione dell’istituto, ovvero delle attività di disseminazione e divulgazione scientifica.