Lunedì 7 giugno sarà il giorno della sentenza di primo grado per la morte di Pasquale Apicella, l’agente della Polizia di Stato deceduto poco più di un anno fa a Napoli, quando un’Audi Rs6 con a bordo una banda di rapinatori si è schiantata contro l’automobile di servizio per sfuggire a un’altra pattuglia.
Il processo si tiene davanti alla Corte di Assise di Napoli. Tutto ruota intorno al tragico impatto, alla volontarietà o meno dello scontro.
Per la Procura è stato volontario: il pm ha chiesto l’ergastolo per i tre imputati. Per la difesa, invece, si è trattato di uno schianto non voluto, dopo un estremo tentativo di evitarlo: omicidio colposo nel primo caso, nel secondo caso si tratterebbe, invece, di omicidio stradale, pena massima 10 anni.
Alla sbarra ci sono Fabricio Hadzovic, 40 anni, che era alla guida dell’Audi Rs6, Admir Hadzovic, 27 anni, Igor Adzovic, 39 anni, tutti residenti nel campo rom di Secondigliano, così come il quarto.
Il nodo della volontarietà dello schianto è fondamentale, è l’aspetto che determina se si è trattato di omicidio volontario (con dolo eventuale) o colposo, vale venti anni di carcere di differenza.
Dalle indagini è emerso che, durante la fuga, il gruppo ha lanciato contro la prima pattuglia degli arnesi e anche una ruota di scorta per cercare di mandarla fuori strada, i testimoni raccontano che, a differenza di quanto sostenuto dagli imputati, l’Audi non ha cercato di evitare l’impatto.
“Tutti gli elementi emersi in sede dibattimentale non evocano alcun dubbio sulla sussistenza del dolo eventuale, in quanto gli imputati hanno accettato non solo la situazione di pericolo, avendo come finalità principale di sfuggire alla cattura da parte della Polizia, ma hanno anche voluto l’evento morte, non avendo attuato alcuna manovra elusiva alternativa mentre la difesa dice che loro hanno cercato di schivare la pattuglia, i testimoni ascoltati e anche il nostro perito sostengono che hanno accelerato e che non hanno fatto nulla per evitarla” ha sottolineato l’avvocato Gennaro Razzino, che assiste Giuliana Ghidotti, la moglie di Lino Apicella, parte civile nel processo.