NAPOLI – Dopo due giorni dall’ufficialità della candidatura a Sindaco dell’ex Ministro Gaetano Manfredi, nel centrosinistra è ancora caos. Da un lato un segretario provinciale che come un disco rotto, così come già fatto con le elezioni regionali, ripete sempre le stesse cose e se la prende con chi non vuole misurarsi con la sfida elettorale all’interno della lista dei dem. Dall’altro lato abbiamo un M5S spaccato a metà sulla scelta sia dell’alleanza con PD e LeU, sia sulla scelta del candidato a Sindaco.
All’interno dei pentastellati napoletani c’è una grossa fetta di attivisti ortodossi che, rimasti fedeli al culto della prima ora, insieme al Consigliere Brambilla, recrimina la discesa in campo all’interno della coalizione monolista come sempre fatto è c’è anche chi è pronto a giurare di avere già il nome da presentare come candidato sindaco.
Altro che Programma o visione di città. Il centro sinistra è ancora a zero, col PD che come al solito si ritrova a lottare con i personalismi e l’eterogeneità delle correnti al suo interno. Se poi a tutto questo ci mettiamo i capricci dei grillini, allora l’unità di intenti, nonostante lo scioglimento delle riserve dell’ex Ministro per calmierare l’entusiasmo intorno alla figura di Catello Maresca, risulta essere ancora troppo lontana.
Se ancora poi, a questo marasma, aggiungiamo che all’interno dell’alveo del centro sinistra, già due candidati a sindaco da tempo affermati come Antonio Bassolino e Alessandra Clemente hanno cominciato a fare campagna elettorale da diversi mesi e che gli stessi, volente o nolente, attingeranno il proprio consenso proprio da quella parte dell’elettorato allora bisogna realmente fermarsi e qualcuno ha bisogno anche di fare qualche passo indietro, stabilendo davvero chi hai i numeri per poter fare la parte del leone in un’ipotetica coalizione allargata al tutto il centrosinistra.
Non a caso, non aveva torto il Sindaco De Magistris quando parlava di candidatura naturale e di continuità amministrativa. Infatti, sotto questo punto di vista Alessandra Clemente non ha mai avuto dubbi sulla propria investitura, né tanto meno il suo pensiero ha mai vacillato e non si tratta di personalismo o di altissima autostima, il frutto del suo lavoro è tangibile, lo si respira nell’aria e i napoletani, col tempo, hanno imparato ad apprezzarlo.
Dal canto suo Antonio Bassolino può solo rinverdire i fasti di una volta, forte di un passato prossimo giudiziario che lo ha visto vincitore. Egli vuole dimostrare a tutti che il suo modus operandi di fare politica e di Amministrare è quello ideale ma è un lavoro che i più non ricordano, troppa acqua sotto i ponti ne é passata e troppe leggi sul diritto amministrativo sono cambiate.
L’ex Ministro, invece, al di là di essere un apprezzabilissimo professionista nonché una persona colta e conoscitrice della propria materia, della sua breve vita politica non si conosce nessun successo degno di nota né questo tanto lavoro non passato inosservato. Nei cuori di chi l’ha scelto ha fatto più breccia il suo titolo da ex Ministro che il resto delle sue competenze politiche. Siamo sicuri che un partito che amministra l’intero Paese possa arrivare a Napoli con simili pretese?
Non so se sia ancora in tempo, ma non credo, ma il centrosinistra di sicuro si sta avviando a fare un decisivo autogol se non tenterà, in zona Cesarini, di unire tutte le anime della sinistra sotto un’unica coalizione. In maniera contraria, non è scontato che si possa regalare la vittoria a Catello Maresca.