“Mi sento un peso enorme sulla coscienza. Prego e faccio i conti con me stesso e faccio i conti con Dio“. Sono le parole di Gabriele Tadini il manovratore della funivia Stresa-Mottarone durante l’interrogatorio agli inquirenti.
Tadini ha ammesso di aver manomesso il freno d’emergenza con un “forchettone”. Il 64enne ora è in isolamento in una cella di massima sicurezza nel carcere di Verbania.
Lavorava da 40 anni per la società che gestiva l’impianto, così da esser messo a capo responsabile del funzionamento della funivia.
“La funivia funzionava a singhiozzo” – “L’impianto idraulico dei freni d’emergenza aveva dei problemi, perdeva olio e le batterie si scaricavano continuamente. Dopo la riapertura del 26 aprile, avevamo già fatto due interventi. Ma non erano stati risolutivi. La funivia continuava a funzionare a singhiozzo. Il problema si ripresentava, serviva altra manutenzione“, ha raccontato durante l’interrogatorio. Poi continua il suo legale :” Mai avrebbero pensato di far correre quel rischio ai passeggeri. Siamo tutte persone umane, possiamo fare delle scelte sbagliate senza rendercene conto“