E’ stato un cittadino di Monteverde, un quartiere “bene” della Capitale a scattare la foto e a diffonderla sui social.
Si chiama Francesco D’Ambrogio ed è rimasto sconvolto da ciò che ha visto, da quel sacco tra tanti altri, come tanti altri ma con all’interno il corpo di una donna mentre stava dormendo.
Tra rifiuti, insetti e cassonetti si nasconde il corpo di Giulia, dimenticata da tutti e forse anche da se stessa.
E’ sconvolgente, inquietante, a dir poco impressionante. Un corpo, disteso accanto ai cassonetti, avvolto in un enorme sacco di plastica.
“In questo sacco…c’è una donna”, parole semplici, dirette, quasi un grido d’allarme quelle scritte dall’uomo come didascalia alla foto pubblicata su un gruppo Facebook.
È accaduto nei giorni scorsi a circonvallazione Gianicolese, nel quartiere Monteverde. Sul posto è stato richiesto l’intervento del 118. All’arrivo dell’ambulanza la donna avrebbe rifiutato il trasporto in ospedale. E c’è chi nel quartiere quella donna, che vive e dorme in strada, la conosce.
“Non accetta aiuti. Solamente una volontaria della Croce rossa riesce a lavarla e cambiarla” ha scritto una cittadina del quartiere su un gruppo Facebook.
La donna, che ha più di 40 anni, si fa avvicinare dai volontari della Cri che da tempo la conoscono e la aiutano anche fornendole pasti. Si chiama Giulia e da anni vive per le strade del quartiere. Trascorre le giornate da sola, a bere birra, dorme in terra riparandosi con la plastica.
Secondo quanto si è appreso, avrebbero anche allertato i servizi sociali di competenza.
Ma cosa si può fare realmente per questa donna che fa parte della cosiddetta “schiera degli invisibili”? E’ avvolta tra la plastica come un rifiuto in un quartiere tra i più ricchi della Capitale, tutti potrebbero fare qualcosa, persone, istituzioni, società. Ma è davvero così semplice aiutare qualcuno che ha dimenticato sé stesso? Qualcuno che non ricorda più chi era in una vita precedente?
Come Giulia ce ne sono tanti. C’è Marco nella Galleria Umberto a Napoli che vive tra pulci di cani e cartoni, Vincenzo a Milano, Francesco a Firenze, Tonia a Bologna e migliaia di nomi di dimenticati, posti ai margini di una società, troppo impegnata a correre per le strade di una città, troppo indaffarata nella sua quotidianità per accorgersi che lì, tra i rifiuti, c’è una donna con due occhi, un sorriso ed un cuore che batte.