Una signora napoletana, circa 39 anni fa, fu sottoposta a trasfusioni di sangue infetto presso l’ospedale Sant’Anna di Torino. Adesso, il Tribunale di Napoli, ha condannato il Ministero della Salute al risarcimento, che si aggira intorno ai 770 mila euro.
“Per effetto di tali somministrazioni, contrasse l’infezione da Hcv epatite virale di tipo C e, a causa del decorso degenerativo della malattia epatica, decedeva presso la Casa di cura Villa dei Fiori di Acerra, nel 2017. Successivamente, il marito e le figlie della pensionata di Napoli, conferivano incarico all’avvocato Maurizio Albachiara, per accertare la condotta omissiva del Ministero della Salute sulle sacche di sangue destinate alla trasfusione e per la conseguenziale richiesta dei danni subiti per la morte. Successivamente, la commissione medica ospedaliera del Ministero della Difesa, ha riconosciuto così il nesso tra le complicanze della patologia epatica e il decesso”, si legge in una nota.
Poi aggiunge: “Il Tribunale di Napoli con sentenza del 13 maggio 2021, riconoscendo la responsabilità del Ministero per non aver vigilato e controllato il sangue utilizzato per le trasfusioni e per non aver controllato che il sangue dei donatori presentasse alterazioni delle transaminasi, condannava il Ministero della Salute al pagamento in favore del marito e delle figlie della somma di 670 mila euro oltre interessi. Inoltre, il Ministero, veniva condannato anche al pagamento di 100 mila euro a favore dei nipoti della defunta pensionata per il particolare rapporto che legava i piccoli alla nonna”.
“Purtroppo, il paradosso, è che per la liquidazione degli importi riconosciuti ,bisognerà fare un altro giudizio presso il Tar affinché lo stesso, obblighi il Ministero ad ottemperare al pagamento. Resta la soddisfazione di aver ottenuto un giudizio che ha riconosciuto una congrua somma anche ai piccoli nipoti della signora”, ha dichiarato l’avvocato Maurizio Albachiara.