Nelle ultime settimane tiene banco la polemica in merito al corso-concorso Ripam della Campania. Per questo motivo il dipartimento della Funzione Pubblica, in un comunicato, ha spiegato:
“La prova scritta finale è indispensabile per essere assunti nell’amministrazione pubblica. La preselettiva e la prova scritta iniziale servivano per essere ammessi al corso, ma soltanto la prova scritta post-formazione e la prova orale costituiscono, ai sensi del bando, le selezioni concorsuali per essere assunti nella Pubblica Amministrazione determinando la formazione delle raduatorie finali“.
Il corso-concorso, bandito il 9 luglio 2019, è una procedura che prevede due distinte fasi, quella del corso e quella del concorso. La preselezione iniziale, cui hanno partecipato 303.965 persone, ha visto 9.016 candidati ammessi alla prova scritta per la partecipazione al corso: in 3.463 sono risultati idonei e hanno cominciato la formazione il 29 luglio 2020. Questa fase, della durata di dieci mesi e retribuita con 1.000 euro al mese, si concluderà il 31 maggio 2021. Il bando prevedeva espressamente una prova scritta, per l’attribuzione di un punteggio di 30 punti.
Il primo aprile, stando a quanto riportato dall’Ansa, il Governo ha varato una serie di misure per sbloccare i concorsi, compresi quelli di competenza della Commissione interministeriale Ripam.
Il giorno successivo all’approvazione, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha chiesto di semplificare e accelerare il corso-concorso. Per questo motivo la Commissione Ripam, vagliando la percorribilità e la legittimità delle soluzioni possibili e tenendo conto della necessità di valorizzare il merito e la competenza dei partecipanti nonché il rispetto delle norme di accesso alla PA, ha deciso di concludere la procedura concorsuale con una sola prova scritta, digitale, della durata massima di un’ora, eliminando quindi una delle due prove originariamente previste.