Condanna all’ergastolo per Finnegan Lee Elder e per Gabriel Natale Hjorth. Questo è quanto deciso dalla Prima Corte d’Assise di Roma, in relazione all’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. L’avvocato Renato Borzone, difensore dei due condannati, ha così commentato: “Questa sentenza rappresenta una vergogna per l’Italia, con dei giudici che non vogliono vedere quello che è emerso durante le indagini e il processo. Non ho mai visto una cosa così indegna. Faremo appello: qui c’è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito. Abbiamo assistito al solito tandem procure e giudici”.
Parla anche la moglie di Mario Cerciello Rega, la vedova Rosa Maria Esilio, che ha così dichiarato: “È stato un lungo e doloroso processo. Questo non mi riporterà Mario. Non lo riporterà in vita, non ci ridarà la nostra vita insieme. Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova. L’integrità di Mario è stata dimostrata nonostante da morto abbia dovuto subire tante insinuazioni”.
Nella requisitoria con cui il Pubblico Ministero aveva sollecitato il carcere a vita per i due imputati, il 6 marzo scorso, il rappresentante dell’accusa, Maria Sabrina Calabretta, ha affermato che questa vicenda è caratterizzata da fatti gravi, così come “grave è l’ingiustizia che è stata commessa contro un uomo buono, che stava lavorando”. Ha poi continuato: “I carabinieri si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio: si sono avvicinati frontalmente, non alle spalle. Cerciello non è stato ammazzato con una coltellata ma con undici fendenti in meno di trenta secondi. La vittima non avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva” e comunque “avrebbe potuto poco anche se fosse stato armato e non lo era”.