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CASAVATORE – Il ratto delle marmitte

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CASAVATORE – Sono settimane che i social pullulano di segnalazioni di cittadini inferociti per il dilagare dei furti di catalizzatori (la parte centrale del sistema di scarico delle automobili più recenti) ad opera di criminali ormai specializzati in un settore che sta diventando sempre più proficuo, grazie all’impennata delle quotazioni di palladio e platino, metalli preziosi presenti, seppur in minime quantità, in questi dispositivi antinquinamento. A giudicare dal fracasso infernale che si può avvertire di buon mattino quando il povero malcapitato di turno avvia il motore, sembrerebbe che Casavatore non faccia eccezione al fenomeno: eppure, a sentire le Autorità locali, le denunce si contano sulle dita di una mano. Di qui l’invito a denunciare ripreso anche dalla portavoce del M5S locale, Elisabetta Puzone, anch’ella entrata di diritto, la notte scorsa, nel novero delle sfortunate vittime di questi vergognosi episodi, come si legge in un suo post su Facebook nel quale è visibile la denuncia dell’evento criminoso ad opera di ignoti. Nessuno scrupolo per questi gruppi criminali nel distruggere l’intero sistema di scarico, arrivando in certi casi a ribaltare il veicolo su di un lato (vedi foto di repertorio trovata in rete) per agevolare la rimozione del prezioso componente e con gravi danni per i veicoli interessati. La Consigliera Puzone punta l’accento anche sull’assenza di adeguati sistemi di videosorveglianza in un’area come quella di Via Filippo Palizzi che, oltre a presentare un’alta densità di episodi criminali si presta, nonostante la presenza del vicino comando di Polizia Locale, a sfide notturne di velocità ad opera di irresponsabili, con grave rischio per l’incolumità dei residenti, malgrado l’amministrazione avesse dato come ormai ultimata la realizzazione di tale importante deterrente e la recente installazione di poco efficaci dissuasori elettronici. Molti residenti, tuttavia, preferiscono non inoltrare formale comunicazione alle Autorità competenti impedendo, di fatto, un’adeguata opera di prevenzione. Un’omertà sicuramente figlia della paura, ma che rischia di diventare complice della rassegnazione. Denunciare e segnalare resta l’unica opzione possibile. L’appello è partito, si attende risposta.

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