La Ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in un’intervista a “Open” ha parlato della riapertura delle Università, spiegando quando e in quali modalità sarà possibile la riapertura.
Ci sono ragazzi al secondo anno dell’Università che non hanno mai visto la propria facoltà, ragazzi che hanno iniziato il proprio percorso senza neppure avere l’opportunità di conoscere di persona i loro docenti, persone che si sono laureate, terminando il loro percorso, senza neppure poter dire addio al mondo che le ha accompagnate per anni. Per non parlare del ricevimento fatto scrivendo il proprio nome su un foglio affisso all’esterno dell’ufficio del professore e delle attese tra libri, ansie e sorrisi seduti a terra in un corridoio prima degli esami, cose completamente sconosciute alle nuove matricole.
Studiare a queste condizioni non è di certo semplice, ma quando si potrà tornare ad una pseudo-normalità?
L’università a distanza, senza le esperienze e le occasioni che si vivono fisicamente negli atenei, semplicemente non è università.
La ministra Maria Cristina Messa lo sa bene: «La maggior parte della formazione deve avvenire in presenza. Questa è una caratteristica imprescindibile per l’università».
Messa è stata la prima donna a capo di un’università milanese, rettrice della Bicocca dal 2013 al 2019, e quarta, in assoluto, in Italia. Con lei alla guida, l’ateneo ha raggiunto la parità di genere assoluta nei suoi organi di governo. Ed è stata anche la prima donna a ricoprire il ruolo di ministra dell’Università e della ricerca.
«C’è un enorme lavoro da fare. Le donne ordinarie sono il 35% del totale. Le ricercatrici, in numero, superano i ricercatori. Ma più si sale di grado, più scende la percentuale di donne» ha spiegato la Ministra.
«Le matricole dell’anno 19/20, che adesso stanno frequentando il 20/21, dovranno sicuramente frequentare il terzo anno in maniera più diretta. La cosa importante, adesso, è seguire con attenzione l’andamento pandemico e programmare la riapertura» ha spiegato Messa.
La ministra, medico specializzato in medicina nucleare, ammette che le incertezze legate al Coronavirus non permettono di avere un piano di riapertura chiaro. Ma nell’intervista ha voluto comunque annunciare una possibile prospettiva «Se, ad aprile, scendono i contagi e aumentano le vaccinazioni, possiamo cominciare a riaprire i laboratori, le biblioteche. Riprendere i corsi in presenza è inutile perché a maggio, di fatto, terminano. Per esempio, le sessioni di laurea si potrebbero fare in presenza. Dobbiamo prepararci per aprire a ottobre».