Una catena lunga 500 metri, uomini, donne e slip: i commercianti di Chiaia hanno protestato questa mattina, sabato 10 aprile, con un flash mob ma assieme a loro ci sono anche clienti e operatori del settore.
Lungo il marciapiedi di via Dei Mille si danno la mano idealmente, stringendo ciascuno uno slip e chiedono: vogliamo riaprire.
Indossano cartelloni con scritte “Non possiamo più pagare i fitti e le utenze“, “Non siamo untori“.
In strada anche Carla della Corte e Roberta Bacarelli, promotrici della protesta.
I titolari dei negozi di abbigliamento di Chiaia sono scesi in strada per manifestare contro le chiusure delle attività commerciali che hanno messo in ginocchio il settore, in quella che è stata ribattezzata la “protesta delle mutande“.
Decine di esercenti da tutta la città, infatti, hanno sfilato pacificamente tra via Chiaia e via dei Mille con una lunga catena di indumenti intimi, come le mutande.
Appesi al collo anche cartelli di protesta con le scritte: “Non può essere una categoria merceologica a decidere del nostro futuro“, “Lo Stato si è dimenticato di noi”, “Non possiamo più pagare affitti e utenze” e ancora “Se compri un reggiseno non prendi il Covid, se compri una maglietta sì“.
Da giorni, ormai, i commercianti protestano contro il prolungarsi della Zona Rossa in Campania deciso dal Governo, con le relative chiusure di alcune attività, nonostante i dati dei contagi siano in miglioramento.
“Siamo chiusi da più di un mese in Campania a causa del protrarsi della zona rossa Covid. Ma abbiamo costi da sostenere, affitti da pagare, dipendenti con famiglie a carico, costi delle utenze, che invece non sono sospesi per nulla, ma anzi continuano ad arrivare puntualmente a fine mese. Molte attività hanno chiuso o rischiano di farlo per sempre se non ci saranno aiuti da parte delle istituzioni. La protesta della mutanda è una forma simbolica di manifestazione per dire che siamo vivi e non vogliamo morire” hanno spiegato i manifestanti.