I medici del 118 che operano sulle ambulanze si fermeranno in Campania il prossimo 26 marzo.
Lo sciopero è stato proclamato da 16 sigle sindacali: Anaao, Aaroi, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici, Fvm, Fassid, Anpo Ascoti Fials Medici, Fesmed, Fimmg, Smi, Snami, Sumai Assoprof, Fespa e Intesa Sindacale.
I sanitari del 118 scenderanno a manifestare sotto la sede della Regione Campania, Palazzo Santa Lucia.
Manifesteranno contro le indennità che gli sono state revocate di 5,16 euro all’ora, nonostante siano costantemente impegnati in prima linea nella lotta al Covid-19.
Quest’indennità era stata istituita con delibera n.6872 del 3 novembre 1999 della Regione Campania che aveva istituito l’indennità di 10mila lire ai medici convenzionati dell’ex guardia medica, passati successivamente a svolgere le attività di medico di emergenza territoriale 118, indennità aggiuntiva al contratto di lavoro allora vigente nonché in considerazione dell’attività lavorativa svolta, definita dalla delibera stessa come “usurante e ad alto rischio“.
Una vera beffa considerando che il personale medico del servizio di emergenza e urgenza del 118 si trova spesso a prestare servizio senza le adeguate tutele, esponendosi a numerosi rischi tra le quali le innumerevoli aggressioni che si sono verificate a Napoli quest’anno ai danni di ambulanze e medici del 118 in servizio.
La beffa nella beffa è che i medici dovrebbero addirittura restituire ingenti cifre che oscillano tra i 50 e i 90 mila euro.
E’ una categoria del tutto penalizzata e impiegata fino allo stremo con turni insostenibili a causa della penuria di personale e che sono tra i più esposti al contagio da Covid-19.
Le 16 sigle hanno inviato una lettera al Prefetto di Napoli Marco Valentini e al presidente della Regione Vincenzo De Luca, chiedendo di intervenire.
La protesta è una protesta più che legittima, dunque, ma potrebbe senz’altro far quasi collassare il servizio d’emergenza-urgenza che qui in Campania è già fortemente in bilico.