AFRAGOLA – Quando ero ragazzo e si faticava duro per pochi spiccioli e la fame e la disperazione erano le nostre compagne di gioco non avevamo il tempo di stare fuori ai bar a bivaccare, al massimo la domenica, anche perché non c’era nulla, non c’era la tv, c’era qualche cinematografo in qualche città ricca vicino; ma tutt’al più dopo la messa si stava in piazza il tempo necessario per salutare amici e conoscenti. Le persone perbene e faticatrici non stazionavano fuori i bar.
Oggi orde di sfaccendati, di “jettati” stazionano a tutte le ore fuori ai bar più conosciuti: Migliore, Don Ciretto questo nuovo Misvago etc. Ma dico io, non avete un cazzo da fare? E certo che hanno da fare.
Come avvoltoi, aspettano che la carogna putrescente della democrazia sia “frollata” al punto giusto per avventarsi su di essa. Che immondo spettacolo: fate venire il vomito solo a guardarvi. Tutti mestieranti senza mestiere; tutti “trasfertisti” che calano in città, spesso
con il favore delle tenebre, novelli dracula, peccato che il sangue che succhiano è quello del futuro dei nostri figli.
E così ognuno di questi mestieranti si atteggia a Solone di turno, dando anche la “patente” e i voti a chi si avvicina all’agone politico: “non hai i voti”; “non sei buono”; “ma chi ti sostiene”, sono le frasi ricorrenti che si possono udire sui marciapiedi che frequentano questi gran signori, questi Adenauer locali.
Noi povera gente vi schifiamo. Quei pochissimi che si potrebbero avvicinare si guardano bene dal mischiarsi a questa marmaglia: corrotti e corruttori, scambisti di voto (e forse pure di altro), falsari, lenoni di ogni genere. Sono questi novelli Tudor che ci rappresenteranno anche questa volta. Ci saranno sempre 20 euro (o poco più) per comprare la dignità del voto e la fame dei disperati di turno.
E tutti bivaccano, si danno pacche sulle spalle, commentano, ridono, sghignazzano inconsapevoli della sozzura morale che trasudano. Ho sentito anche di un giovane imprenditore afragolese che ha rimediato una pesantissima condanna e questi signori ridevano: il carcere come la morte è una cosa seria e non si gioisce per le disgrazie e per il dramma di una famiglia, vergognatevi, siete gli stessi che lo cercavano tutti i giorni.
Ti cerco sempre “occhi belli”.