Le indagini della Procura, della Guardia di Finanza e della Polizia, hanno portato oggi a 3 arresti in carcere, 14 arresti ai domiciliari e due sospensioni che riguardano altri due agenti della Polizia Stradale. Nel mirino le tonnellate e tonnellate di fanghi che dovevano essere smaltiti nelle discariche, a cavallo tra il 2017 e il 2018, e che sono invece finite in mare.
Secondo l’accusa, tutto avveniva attraverso la corruzione dei vertici di allora della Sma Campania, utilizzando la tecnica dell’affidamento diretto e illecito di appalti, attraverso la somma urgenza, a cordate di imprenditori guidate da un pluripregiudicato, Salvatore Abbate, soprannominato “Totore a’ cachera”, in affari con dirigenti della Sma Campania e con i direttori di alcuni depuratori. A casa di Abbate i finanzieri, hanno trovato molto denaro contante in pacchi di banconote sottovuoto: così tanto che è difficile contarlo.
Tra le persone coinvolte nell’indagine figura anche l’ex consigliere di Fratelli d’Italia Luciano Passariello, che era presidente della Commissione d’inchiesta della Regione Campania sulle società partecipate, tra le quali figura la Sma Campania. Gli inquirenti hanno chiesto per Passariello una misura cautelare in carcere, ma il Gip Vincenzo Caputo, non ha ritenuto provato il suo coinvolgimento nell’indagine.
Gli arresti domiciliari sono stati invece disposti per Errico Foglia (direttore dell’impianto di depurazione di Acerra), l’ingegnere Giacomo Perna (responsabile della manutenzione presso Sma), il dirigente della Regione Campania Lucio Varriale e Agostino Chiatto, anche lui dipendente della Sma nonché segretario del politico Luciano Passariello. I reati ascritti sono quelli di corruzione, riciclaggio, inquinamento ambientale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e trasferimento fraudolento di valori.