La terribile vicenda è avvenuta in India dove uno spasimante, dopo essere stato respinto, ha avvelenato tre ragazze.
Queste ultime appartenevano ad una casta più bassa (dalit o paria): le più piccole, di 14 e 15 anni sono morte, la più grande, 17enne è sopravvissuta e l’ha denunciato.
Il delitto è avvenuto nel villaggio di Bahuhara, nello Stato dell’Uttar Pradesh.
La polizia locale ha spiegato che l’assassino, un ventottenne, si era dichiarato nel giorno di San Valentino alla giovane, che non aveva però accettato la sua corte.
Due giorni dopo, l’uomo si era recato con un amico per incontrare le tre ragazze, alle quali ha offerto cibo e acqua avvelenata con un pesticida.
Le fanciulle sono state poco dopo ritrovate prive di sensi, con mani e piedi legati con i loro stessi vestiti.
Per le più giovani non c’era ormai più nulla da fare ma la maggiore, recuperata la coscienza, è stata in grado di denunciare l’omicida alla polizia.
La vicenda, rivelata solo oggi dalle forze dell’ordine, è solo uno dei tanti esempi delle violenze che i paria subiscono dai membri delle caste superiori, che non li considerano esseri umani a pieno titolo e li ritengono un bersaglio facile.
Il fenomeno è particolarmente grave nello Stato dell’Uttar Pradesh, in particolare nel distretto di Unnao.
La violenza nei confronti delle donne e dei dalit è un problema endemico in India, dove solo nel 2018 sono stati denunciati 33.977 stupri.