Daniela Falanga, presidente dell’Arcigay di Napoli, ha commentato durante un’intervista l’arresto e la reclusione in un carcere femminile di Ciro Migliore, ragazzo trasgender fidanzato di Maria Paola Gaglione, morta a settembre ad Acerra mentre veniva inseguita da suo fratello in sella a uno scooter.
“Purtroppo c’è questo paradosso che un uomo si possa ritrovare in reparti femminili. Se non ci sono norme a specificare dove le persone vadano collocate in carcere, è ovvio che valga il documento. E in questo momento “donna” non descrive il vero sesso di Ciro, che è appunto maschile”. “Sono stata la prima a gestire la situazione di Ciro dal punto di vista mediatico, perché non si riconosceva la sua identità di genere. Ho esposto qual è la realtà dei fatti in merito alla sua identità di genere”, afferma la Falanga.
Rincara la dose Antonello Sannino, segretario dell’Arcigay di Napoli:
“Si tratta di un problema normativo, burocratico. Sicuramente non si risolve ancora la questione dell’identità di genere, quando si fa riferimento alle persone trans. Non ci sono norme che regolino corpi e la dimensione di genere. Il tema non viene gestito nei termini oggettivi. Purtroppo c’è questo paradosso che un uomo si possa ritrovare in reparti femminili. Se non ci sono norme a specificare dove le persone vadano collocate in carcere, è ovvio che valga il documento. E in questo momento “donna” non descrive il vero sesso di Ciro, che è appunto maschile”.