I terribili istanti della morte di Lino Apicella sono stati ripercorsi dal collega che quella notte era al suo fianco.
Secondi interminabili raccontati con lucidità dal testimone oculare che hanno lasciato di stucco i presenti e nello strazio la moglie del poliziotto ucciso, costituitasi parte civile nel processo.
Il collega ha raccontato dell’inseguimento dell’auto con a bordo i tre residenti del campo rom di Giugliano i quali non si erano fermati a dei posti di blocco.
Quando Apicella e il compagno di lavoro li avevano di fatto intercettati, decisero di fermarli posizionandosi lungo la carreggiata.
La vettura con a bordo i malviventi però anziché decelerare cercò di speronare la vettura della polizia fiondandosi contro a 140 all’ora a fari spenti. L’impatto fu così forte da provocare il rimbalzo della potente auto sulla quale si trovavano i banditi e la morte dell’agente.
L’accusa nei confronti dei tre a bordo della vettura è di omicidio volontario, tentata rapina, tentato furto aggravato e di ricettazione.
Sotto accusa ci sono Fabricio Hadzovic, 40 anni l’autista dell’Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la “pantera” della Polizia, Admir Hadzovic, 27 anni e il 39enne Igor Adzovic.
L’ultimo componente della banda, il 23enne Renato Adzovic, non risponde dell’omicidio volontario, in quanto non era a bordo dell’A6.