Editoriale

CAIVANO. Il Sindaco apre la caccia alle streghe sulla quinta rata TARI dimenticando di averle in casa

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CAIVANO – “Che fine ha fatto la politica?” Questo è il titolo che si potrebbe dare alle non gesta di quest’amministrazione ma può anche darsi che sindaco, consiglieri e assessori, visto l’evolversi della Politica ai nostri tempi, vedendo la discesa in campo di De Magistris e la probabile candidatura di Catello Maresca, abbiano le idee un po’ confuse e avranno maturato il concetto che se un magistrato può fare il politico nessuno toglie il fatto che un politico possa fare il magistrato e così hanno pensato bene di affidare un mandato esplorativo di indagine ad un avvocato (anche questo non figurante nella short list del Comune, oramai questa è diventata pratica abituale di quest’amministrazione) al fine di individuare i colpevoli del ritardo nell’approvazione della delibera sulla Tari 2017.

L’idea nasce all’indomani del fatto che quest’amministrazione si accorge di dover risarcire la PPG e tutti i cittadini che avevano pagato la quinta rata sulla Tari 2017 ritenuta illegittima dal TAR dopo il ricorso della stessa azienda americana insita nella zona ASI di Caivano.

Al tal riguardo, Minformo ha scritto fiumi di parole e dimostrato a più riprese quanto fosse legittimo, in assenza di PEF redatto dalla ditta preposta alla raccolta dei rifiuti, approvare le stesse cifre dell’anno precedente, poi arriva il Commissario De Vivo, rifà il suo conteggio e ritiene opportuno applicare una quinta rata poiché secondo i suoi calcoli il PEF doveva passare da 6 milioni e mezzo a 8 milioni e mezzo. In breve così potrebbe essere descritta la storia di tanti mesi di lotta politica partiti dal famoso “ricatto politico” che dovette subire Simone Monopoli fino alla sua caduta.

Quello che non si riesce a comprendere, invece, è con quale visione politica quest’amministrazione intende risolvere il problema dei rimborsi della quinta rata! Al di là di chi siano state le colpe, ma davvero questa classe dirigente non vuole assumersi le responsabilità della continuità amministrativa? Vogliamo ricordare a chi oggi ricopre il ruolo di governare la città che si è stati eletti per risolvere i problemi che magari hanno creato chi è venuto prima di loro, non si è stati eletti per intentare una caccia alle streghe per poi puntare il dito sui colpevoli e scrollarsi di dosso tutte le colpe! In questo modo non si risolvono i problemi ma si congelano, si cerca di far passare il tempo e giustificarsi che su tale problema qualcosa si è cominciato a fare.

Ma poi! Premesso che tra gli attuali amministratori Falco Domenico, Del Gaudio Raffaele e Alibrico Giovanbattista attuali Consiglieri di maggioranza, Marzano Angelo marito dell’assessora Tonia Antonelli e Peluso Carmine attuale assessore ai lavori pubblici, votarono a favore della ripartizione delle rate TARI secondo il PEF 2017 uguale a quello del 2016, possiamo sapere questa caccia alle streghe contro chi è stata avviata? E questi consiglieri non dicono nulla? I due assessori Tonia Antonelli e Peluso Carmine prima di firmare la delibera dove si dava mandato esplorativo all’Avv. Maria Antonella Rotondo – nome non presente nella short list del Comune, fa sempre bene ricordarlo – hanno capito cosa stessero approvando e contro chi si stava agendo?

Il dato politico che esce fuori è allarmante! Tutto questo sta a significare che alle nostre latitudini una giunta politica è inutile ma soprattutto è inutile delegare assessori che hanno bisogno dell’aiuto di un tecnico ogni qual volta si vuole avviare un iter burocratico. Inoltre c’è da sottolineare anche un’altra cosa. La politica non è investigazione, la politica è risolvere i problemi, quindi gli attuali amministratori dovrebbero spiegare alla gente cosa si risolve quando si è individuati i colpevoli – visto che con molte probabilità saranno applicate misure agevolative in materia di restituzione – o nella peggiore delle ipotesi, per loro, se non si dovesse configurare nessuna illegittimità.

Quindi due sono i motivi ascrivibili a tale decisione: o si sono voluti riconoscere 1500€ di prebende all’avvocato amico – pensiero che nasce dal fatto che l’avvocato sia stato scelto fuori dalla short list – oppure tra i 500 mila euro conservati ai vari professionisti per i progetti preliminari, i 246 mila euro conservati per i debiti fuori bilancio che ancora dovranno essere riconosciuti, non si è pensato di programmare in uscita sul bilancio i fondi per il rimborso della quinta rata e quindi si cerca di prendere tempo, in modo tale da trasportarli sul prossimo esercizio.

Ecco perché i social sono un’arma a doppio taglio, perché mentre da un lato possono dare visibilità al Sindaco di una città anche sulle bugie scritte, allo stesso modo può apparire visibile anche l’assenza e quindi il silenzio mediatico di un sindaco su alcuni temi scottanti. Riflettete gente.

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