Cronaca

Devastato e saccheggiato l’antico e monumentale cimitero a Napoli: sopra le lapidi un parcheggio abusivo

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L’antico e monumentale Cimitero dei Colerosi a Napoli è stato devastato e saccheggiato durante il lockdown: sopra le lapidi un parcheggio abusivo.

A ridosso del camposanto ottocentesco che ospita cappelle nobiliari con statue, lapidi e tombe monumentali, gestito dal Comune di Napoli e tutelato dalla Soprintendenza, in pochi mesi è stato costruito un capannone industriale, con tanto di mega-parcheggio alle spalle, in una fascia di pertinenza cimiteriale non edificabile.

Sotto il terrapieno del materiale di risulta, sarebbero state sepolte anche 13 lapidi antiche che erano dentro il cimitero, che si trova ad un livello più basso di 5-6 metri rispetto al parcheggio, tra le quali, sembrerebbe, anche quella di una zia di Totò.

Tutto ciò è stato scoperto solo lo scorso dicembre quando i lavori erano ormai stati già portati al termine.

Il cimitero, infatti, che si trova in via Fontanelle al Trivio, una traversa di Corso Malta, era inutilizzato da decine di anni.

Il Cimitero dei Colerosi fu costruito nell’Ottocento, su progetto dell’architetto Leonardo Laghezza, ai piedi del monte di Lotrecco, alle spalle dell’altro Cimitero cosiddetto delle 366 Fosse. Entrambi servirono a fronteggiare la crisi dell’epidemia di colera che colpì Napoli tra il 1836 e il 1837. Il cimitero è stato poi abbandonato all’inizio del Novecento e per molti anni usato come discarica abusiva. Gli ultimi danni sono arrivati col maltempo degli ultimi giorni, che ha visto il crollo di un albero su una cappella. Il Comune però ha affidato un progetto di restauro ad una ditta esterna, per cercare di riportare all’antico splendore il Cimitero dei Colerosi.

Affidato alla gestione del Municipio, era caduto però in stato di abbandono, con la natura incolta che aveva preso il sopravvento e diverse discariche abusive di rifiuti speciali e pericolosi.

Negli scorsi giorni, dopo le prime segnalazioni di quanto stava accadendo, c’è stato il sopralluogo del Soprintendente ai Beni Culturali, Luigi La Rocca, accompagnato dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio e dalla Polizia Municipale del Reparto Antiabusivismo, oltre che dai tecnici del Comune.

Nel corso del sopralluogo è stata riscontrata la realizzazione di un capannone praticamente a ridosso del cimitero, dove è stata rilevata anche la mancanza di parte del muro tufaceo perimetrale e diverse lapidi risultano danneggiate.

Alcuni sarcofagi, secondo gli esperti, sarebbero stati sepolti sotto un terrapieno che si trova a ridosso del parcheggio di nuova realizzazione.

Il capannone sorge su un’area privata, in una fascia di pertinenza cimiteriale, precedentemente occupata da un vecchio corpo di fabbrica.

Secondo il piano regolatore di Napoli non si può costruire a meno di 200 metri dai cimiteri, se non opere a servizio dei camposanti.

La Soprintendenza ha chiesto di approfondire la vicenda, perché il Cimitero dei Colerosi ha notevole interesse storico e artistico.

All’interno vi si trovano tanti sepolcri funerari monumentali, come la Cappella del Principe Caracciolo, un tempo affrescata, che nel corso degli anni passati è stata però devastata e depredata dai tombaroli, ma anche una pregevole statua di San Rocco col cane e una chiesetta.

 

 

 

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