Sono quasi 3 milioni gli italiani che percepiscono il RDC. La maggior parte si starà chiedendo se il nuovo premier tecnico, Draghi, incaricato dal Presidente Mattarella, in seguito alla crisi di Governo, appoggerà il sussidio oppure proverà ad abolirlo.
Mario Draghi non si è ancora espresso fermamente sul tema, ma da alcune sue passate uscite, possiamo trarre qualche spunto.
Durante la sua partecipazione al Meeting 2020 Special Edition che si è tenuto a Rimini, Draghi ha fornito alcune dichiarazioni riguardo i sussidi dello Stato. Ecco cosa ha dichiarato l’ex presidente della BCE:
“I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire. Ai giovani bisogna però dare di più perché i sussidi finiranno e se non si è fatto niente resterà la mancanza di una qualificazione professionale che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”. Una critica velata nei confronti del reddito anche.
Ma aldilà di questo, il reddito di base (in Italia chiamato per ragioni politiche ‘di cittadinanza’) è tutto sommato motivo di ‘bilancio’. Ed è proprio su questo che si sofferma l’economista su un’intervista al Financial Times: ” La questione fondamentale non è se ma in che modo lo Stato possa fare buon uso del suo bilancio”.
“Il reddito di base non dev’ essere la priorità, ma un paracadute per chi perde il lavoro. Ma si devono innanzitutto proteggere le persone dal rischio di perdere il posto di lavoro.”
Di queste parole ovviamente, Renzi che vuole fortemente l’abolizione del Reddito di cittadinanza, non potrà essere contento. Difficile anche eliminarlo del tutto, con i Cinque Stelle che premeranno forte sul punto per la prossima campagna elettorale. Improbabile anche che si vada al referendum sul reddito.
Diciamo, quindi, che per ora i sussidiati possono stare tranquilli, anche se sono da capire eventuali evoluzioni future.