Attualità

Un nuovo segno di pace durante la messa: la decisione della Cei

Pubblicato

il

Dopo che a causa del Coronavirus non è più possibile scambiarsi il segno di pace in chiesa durante la messa, arriva un nuovo segno: un inchino col capo guardando l’altro.

Ad annunciarlo è stata la Cei (Conferenza Episcopale Italiana), al termine della riunione del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolta ieri, martedì 26 gennaio, in videoconferenza.

Il cambiamento è ovviamente dettato dalla pandemia da coronavirus in corso e dalle conseguenti norme anticontagio che prevedono il distanziamento fisico e soprattutto il divieto di contatto durante le celebrazioni liturgiche.

Il nuovo segno di pace a sostituire la stretta di mano, a cui i fedeli dovranno rinunciare ancora per molto tempo, sarà rappresentato da un inchino o da un semplice sguardo negli occhi.

Lo stop al segno di pace durante la messa era arrivato improvvisamente dopo l’esplosione della pandemia anche in Italia all’inizio dello scorso anno.

Da allora ognuno si era arrangiato a modo suo durante la messa ma ora la Cei ha deciso di fornire indicazioni precise a preti e fedeli per la messa.

I Vescovi si sono confrontati sul Rito della pace nella Messa e hanno deciso di ‘ripristinare’, un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, guardandosi negli occhi o facendo un inchino del capo” è spiegato nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei.

Dopo la consultazione e i colloqui i prelati delle diocesi italiane hanno stabilito che l’inchino era il gesto più consono per scambiarsi la pace durante la messa scartando altri segni come ad esempio toccarsi col gomito.

All’invito «Scambiatevi il dono della pace», volgere gli occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino può esprimere in modo eloquente, sicuro e sensibile, la ricerca del volto dell’altro, per accogliere e scambiare il dono della pace, fondamento di ogni fraternità” hanno spiegato i Vescovi.

Le nuove indicazioni avranno validità da domenica 14 febbraio per tutte le diocesi italiane.

 

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Popolari

Exit mobile version