AFRAGOLA – Passano i giorni, si rinnovano ultimatum dietro out out ma la musica è sempre la stessa. Nessuno dei gruppi politici di maggioranza è disposto a fare un passo indietro alle proprie richieste avanzate all’indomani della crisi di maggioranza che oramai ha solo finito di inaridire la proposta politica di Grillo. Una crisi che dura da quasi otto mesi e che vede l’ente comunale orfano del proprio esecutivo da più di un mese. La città è ferma al palo e da una vita ormai non si redige una delibera di giunta. La macchina burocratica va avanti per inerzia nell’assenza di indirizzi e questo forse è l’aspetto più pericoloso nella gestione di un ente come quello afragolese.
Forse il Sindaco e i suoi consiglieri non sanno che le urgenze sono dietro l’angolo e che non si può andare avanti così ancora a lungo. Finora non è stata fatta nessuna delibera sull’impignorabilità, non si è redatto un piano di anticorruzione e cosa ancor più grave non sono stati ancora programmati gli atti preliminari al bilancio e si è già in netto ritardo. Senza contare il problema dell’approvazione del bilancio consolidato che si è deciso di procrastinare, la quale prevede la stabilizzazione degli LSU, visto che se non viene attuata in un determinato lasso di tempo si può perdere l’occasione di assumere forze utili per il Comune poiché si avrà il blocco di tutte le assunzioni.
Queste imminenti scadenze e le conseguenti mancanze di responsabilità da parte dell’Amministrazione non sono passate inosservate agli occhi del Prefetto Valentini che ha sollecitato il Sindaco a formalizzare presto le incombenze, tra le tante la formazione della nuova giunta. Questo scenario non può non creare delle serie riflessioni. Una su tutte è quella che il Comune di Afragola è ben osservato dagli organi istituzionali sovracomunali e inquirenti. Su questo il Sindaco di Afragola non può non rendersene conto. Quindi su di lui tutte le responsabilità delle sue non scelte. Agli occhi di chi non è addentrato nei fatti, il primo cittadino, appare come la massima carica istituzionale della città messo nelle condizioni di non poter governare. Forse questa è una condizione voluta dai gruppi di maggioranza o forse tutti sono stati altamente sprovveduti al punto tale da esserne i fautori inconsapevoli dello stato di imbarazzo della fascia tricolore.
Una cosa è certa. Per lo stesso motivo che i riflettori su Afragola oramai sono accesi, il Sindaco Grillo non può confermare per la terza volta lo stesso esecutivo. Ma soprattutto. Non può riconoscere deleghe “sospette” ad assessori che vengono menzionati nelle confessioni di pentiti della camorra i cui procedimenti legali aperti dopo le esclusive dichiarazioni puntano proprio a far chiarezza sull’ingerenza della criminalità organizzata riguardante le stesse deleghe. Così come non si possono confermare assessori espressione di gruppi politici i quali nel proprio interno presentano membri richiamati in alcune intercettazioni ambientali tra camorristi o assessori stretti parenti di persone che vivono una vita processuale incerta sulla quale testa pendono richieste di anni di misure cautelari. Su quest’ultimo punto c’è un gruppo politico nello specifico, che per il bene della città e in nome della Trasparenza, farebbe bene a fare chiarezza sulle sue reali volontà a riguardo la propria espressione in giunta.
Insomma il Sindaco Grillo deve capire che non c’è più tempo per titubare. Le sue titubanze hanno stancato tutti, perfino il Prefetto. Il fumus per sospette ingerenze della criminalità organizzata c’è tutto e l’arrivo della Commissione d’Accesso è dietro l’angolo. Il Prefetto sta aspettando di vedere la prossima mossa e l’unica mossa che lo salverà, non solo politicamente, è la formazione di una giunta tecnica di alto profilo. Anche se, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, nessun professionista di alto profilo vuole accettare il ruolo di assessore in assenza di una giusta prospettiva e di un sicuro futuro duraturo per la giunta, visto che sono risapute le minacce dei consiglieri dimissionari che forti del loro consenso hanno già fatto sapere di non accettare mai la propria sconfitta.
Non c’è nessun dato politico che esce fuori da questo momento storico ma ad uscire fuori è forse l’unica soluzione che il sindaco possa percorrere. Ossia quella di, in assenza di alternative, porre fine alla sua esperienza politica.