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Crisi di Governo, il Premier Conte: “Se non ci sono i numeri, il Governo va a casa”

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Il Premier Giuseppe Conte è intervenuto con la sua replica al termine della discussione in Senato:

Il calo demografico è un tema molto importante. È un problema serissimo. Anche in Germania, alcuni anni fa, si è verificato un calo. Iniziarono a lavorarci in modo sistematico con interventi organici. Dobbiamo farlo anche noi. È molto preoccupante perché in prospettiva, se non interveniamo adesso, in tempo, rischiamo davvero di compromettere il futuro, il benessere futuro dei nostri figli.

Abbiamo bisogno di interventi economici e strutturali. Occorre davvero investire sul futuro. Questo è un interrogativo che viene sollevato in modo retorico, certo non possiamo farlo creando la crisi di governo o cercando di far cadere un governo.

Dal prossimo luglio partirà una misura concreta e strutturale, la riforma dell’assegno unico mensile, l’ho già richiamata. Per ciascun figlio a carico fino a 21 anni di età avremo un assegno unico e coinvolgerà oltre 12 milioni e mezzo di bambini e di ragazzi. Questa misura sarà volta ad alleggerire la pressione economica sulle famiglie, soprattutto le più numerose, ma anche il carico di cura che grava sulle donne. Questo era un progetto che la ministra Bonetti di Italia Viva aveva coltivato insieme al Governo.

Il tema della scuola ci sta a cuore a tutti, dobbiamo lavorare perché resti centrale nell’agenda non del governo ma del Paese. Abbiamo realizzato 40mila aule in più, merito di una grandissima sinergia con sindaci, presidenti delle Regioni, autorità territoriali. Abbiamo mobilitato 10 miliardi in più sulla scuola, archiviando la stagione dei tagli che avevamo ereditato.

Un intero capitolo del Recovery è dedicato all’istruzione. La curva epidemiologica non accenna a migliorare. Ci preoccupa ma continueremo a fare di tutto, l’obiettivo è la didattica in presenza.

Molte osservazioni hanno riguardato il nostro calo del Pil e la consistenza dei ristori. Non corrisponde affatto al vero che l’Italia sia prima per caduta più forte del Pil. Nonostante siamo stati colpiti per primi dalla pandemia nei primi tre trimestre del 2020, il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso che in Francia, inferiore alla Spagna e al Regno Unito. 

Il rimbalzo del terzo trimestre è stato tra i più alti d’Europa, il 15,9%. Gli ultimi dati ci spingono a confermare per il 2020 un calo del 9%, sensibilmente inferiore a quello previsto in estate e minore di altri Paesi europei. E’ un’affermazione destituita di fondamento quando si dice che abbiamo dato meno ristori rispetto agli altri Paesi. Grazie a quella rete di protezione il pil è calato meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit

E’ chiaro che sulla giustizia abbiamo una delle riforme strutturali che ci attende, è uno degli oggetti delle raccomandazioni europee. Intanto è stato programmato l’aumento della dotazione organizzata dei magistrati di 600 unità. Nel Recovery troverete uno stanziamento di 1,3 miliardi per rendere più spedita la nostra giustizia e per smaltire l’arretrato. 

Il senatore Romeo, della Lega, chiedeva dei ddl sulla giustizia. Dal 2019 quello sulla giustizia civile e dal 2020 quello del processo sono alla commissione giustizia del Senato che è sotto presidente della commissione del suo partito. Cerchiamo tutti di dare un’accelerazione 

Parliamo in questi giorni tanto di Coronavirus: c’è un virus forse peggiore, rimane il virus della mafia. La difesa della legalità è ragione ontologica del governo, è nel nostro dna. E’ una deliberata strategia di azione, sarà sempre così finché il governo sarà qui. (il Premier ha ricordato Borsellino, che oggi avrebbe compiuto 81 anni ndr). 

Il Covid sta mettendo in ginocchio Paesi anche più strutturati, che hanno investito più di noi nella sanità e dovevano risultare più resilienti. Ma la contabilità dei morti è questione molto delicata. Teniamola fuori dalla contesa politica, perché le polemiche rischiano di essere tristi. 

Renzi ha ricostruito le ragioni del discutere la fiducia oggi. A me però non sembra che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione. Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi ma in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche quelli di Iv. La bozza, che avete voluto distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello bilaterale con i ministri. 

Sul Recovery occorreva un confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche, tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione. L’effetto finale della vostra iniziativa è stato bloccare per 40 giorni il Recovery. Avremmo potuto incontrarci e in una ventina di giorni dare al Parlamento una versione aggiornata che è stata migliorata anche grazie al vostro contributo, ma grazie a tutte le forze di maggioranza e nessuno può avere la pretesa della verità nelle soluzioni più proficue per il Paese. 

Avete ritenuto che la cabina di regia non era accettabile? Ma quando mai non è stata discussa? Il risultato è che ora dobbiamo affrettarci e il lavoro è urgente, perché ce lo chiede anche l’Ue. Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non avete mai trovato porte chiuse. A un certo punto avete scelto la strada dell’aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?

Certo c’è un problema di numeri: se non ci sono il governo va a casa, non va avanti.

Tenete conto che l’impegno è stato notevole, non c’è stato qui da parte di nessuno risparmio di energie. Poi parlate sempre di poltrone. Quando sento questa parola, io penso, lo dico anche per i cittadini che ci ascoltano, non mi vergogno di dire che stiamo seduti su queste poltrone. Secondo me non è importante dire ‘Non sono interessato alla poltrona’ ma dire di essere interessati a star seduti con disciplina e onore“.

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