“Volevamo andare a mangiare un panino, poi abbiamo visto quella moto nuova e abbiamo fatto la rapina. Troppa violenza? Era la nostra prima rapina” affermano i baby-rapinatori che hanno aggredito il Rider a Napoli nella notte tra l’1 e il 2 gennaio.
Si tratta di due sedicenni, due diciassettenni e due ventenni, tutti residenti nel “Rione dei Fiori”, il cosiddetto Terzo Mondo, fermati la notte scorsa dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Secondigliano gravemente indiziati per la rapina di uno scooter commessa in Calata Capodichino a Napoli.
Drammatiche le fasi degli interrogatori, condotti dal sostituto della Procura minorile Nicola Ciccarelli.
“Gli stessi dinanzi al video diventato virale riconoscevano se stessi e, comprendendo che il cerchio intorno a loro si stava stringendo, cominciavano a presentarsi in Questura per affermare le loro responsabilità” si legge nel decreto di fermo del pm .
Lo stesso pm, come riportato da Il Mattino, ha sottolineato l’omertà di uno di loro: “Pur limitandosi a confessare quel che ormai era innegabile, dichiarava di non conoscere i nomi dei suoi complici. Atteggiamento, il suo, per quanto ordinario diventato poi ridicolo allorquando il suo complice, in contemporanea lo smentiva facendo dichiarazioni alla Polizia poi confermate al magistrato”.
Uno di loro è figlio di un esponente della camorra di Secondigliano, coinvolto e condannato a dieci anni per camorra, nell’ambito della guerra scatenata dagli scissionisti contro il cartello della droga capeggiato da Paolo Di Lauro.