“In altri Paesi l’intevento pubblico dell’economia si fa sentire molto più che da noi che non dobbiamo essere timidi ove necessario” ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’ambito della conferenza stampa di fine anno con i giornalisti in merito alle industrie.
Continuando: “Dobbiamo continuare a sostenere la ripresa di tutta l’attività economica perchè io dico sempre piccolo è bello ma se questo piccolo diventa grande e si consolida diventa ancora più competitivo a livello internazionale, dobbiamo continuare a mettere a terra tutte le misure. Nel frattempo interventi mirati da parte dello Stato per presidiare, sostenere e favorire alcuni settori“.
Il discorso si è poi spostato sul difficile rapporto tra lo Stato e le Regioni: “Per quanto riguarda il rapporto con le parti sociali devo dire che tutti hanno svolto il loro ruolo con grande senso di responsabilità. Nel momento di massima difficoltà tutti hanno compreso che occorreva senso di responsabilità. Abbiamo lavorato 18 ore consecutive per cercare di pervenire all’elaborazione di un protocollo condiviso e non saremmo andati avanti, avremmo avuto ancora più ferite dal punto di vista economico e sociale“.
Affermando poi: “Tra i Ministri ringrazio il Ministro Boccia che ha avuto decine e decine di incontri con i rappresentanti delle Regioni. Se non vremmo lavorato nell’interesse comune il paese sarebbe andato a rotoli. Nonostante il nostro sistema preveda che alcuni comparti della sanità siano in mano alle Regioni siamo riusciti a dialogare con le Regioni come Governo centrale e siamo riusciti a perseguire delle misure pur nella prospettiva delle autonomie locali. In futuro si può lavorare all’autonomia differenziata, decentrando alcune attività amministrative ma a futura memoria dobbiamo anche dotarci di un sistema che quando ci sono delle sfide così complessive per tutta la comunità nazionale un meccanismo di coordinazione più efficace ci deve essere“.
Alla domanda sugli errori commessi Conte risponde “Sugli errori ho già detto che ne ho fatti e ne farò tanti, alla storia lascio la valutazione“.
“Per quanto riguarda il dialogo tra Governo e Parlamento il terreno è molto complesso. Non c’è dubbio che nell’architettura costituzionale è stato disegnato un dialogo che delle volte funziona meglio e delle volte funziona peggio. C’è sicuramente la possibilità di migliorarlo anche senza sconvolgere l’assetto attuale. Per esempio si potrebbe ricorrere ad uno strumento in grado di istituire senza ricorrere alla decretazione d’urgenza che è uno strumento che adesso in fase pandemica viene ancora più utilizzato ma in un contesto ordinario potremmo pensare a delle iniziative legislative da parte del Governo che possono arrivare in Parlamento e dipanarsi attraverso un percorso con tempi certi. Sicuramente quando ci confronteremo nei prossimi giorni si potrà discutere anche di questo e vedere se riusciamo a trovare una sintesi su alcune proposte che potranno sicuramente migliorare la dialettica tra le più alte istituzioni” ha concluso il Presidente del Consiglio in merito al rapporto tra Parlamento e Governo.
L’ultima domanda è sul turismo, sulla cultura e lo spettacolo, settori tra i più duramente colpiti dalla crisi: “Mi fa piacere una domanda sulla cultura, sul turismo e sullo spettacolo perchè dobbiamo riconoscere che sono tra i settori che in generale sono stati più colpiti dall’evento pandemico. Questi comparti sono stati diffusamente investiti dalle conseguenze della pandemia ed è la ragione per cui abbiamo stanziato 11 miliardi di complessivi interventi per contrastare gli eventi drammatici della pandemia. Ci sono stati una sessantina di provvedimenti da parte del Ministro Franceschini in questo settori cui si aggiungono quelli di carattere generale. Dobbiamo continuare a investire in questa direzione, i dati favorevoli sul turismo sono dimezzati nel 2020. Ciò è costato all’indotto del turismo una perdita di all’incirca cento miliardi. Se poi ragioniamo anche per i settori della cultura, del cinema e dello spettacolo sono fortemente penalizzati, abbiamo fatto tanto e siamo intervenuti diffusamente anche per gli stagionali e gli intermittenti. Dobbiamo ancora lavorare perchè questo settore dimostra anche doti di resilienza ma è chiaro che se non viene aiutato in questo momento difficilmente si potrà riespandere immediatamente laddove poi terminerà l’impatto più acuto della pandemia” ha concluso il Presidente Giuseppe Conte.
Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna ha concluso con il suo augurio per il 2021, criticando lo slogan “Andrà tutto bene”, non rispondente alla verità cui il giornalismo deve attenersi e ampiamente diffuso dalla stessa Stampa, non corretto in vista dei 70.000 morti in Italia: “E’ per questo che abbiamo cominciato con una pausa di raccoglimento: non si può dire andrà tutto bene ma ce la faremo sì!“.