Editoriale

NAPOLI. Gli unici ad avere l’accordo politico in tasca sono quelli che hanno votato contro il Bilancio

Pubblicato

il

NAPOLI“Giù le mani dalla città”. Con questa frase si potrebbe tranquillamente sintetizzare la giornata campale di ieri passata in Consiglio comunale al freddo della Sala dei Baroni al Maschio Angioino dove ha visto passare, per il rotto della cuffia, finalmente, la previsione di bilancio che per troppe volte è stato boicottata.

Boicottaggio, ovviamente per la stragrande maggioranza, da chi eletto grazie alla figura trascinante di De Magistris e che oggi è salito su un altro carro del vincitore, quello del Governatore De Luca. Ma il bilancio si sa, non dovrebbe mai avere colori politici. I contrari dovrebbero motivare, ma non solo a parole, cosa non è stato fatto nell’interesse della città. Invece, come nel solito modus operandi della politica dei partiti si cerca sempre di sminuire il tutto in opportunità politica, trascinando nell’omologazione di sempre anche chi con tanta fatica cerca di far quadrare i conti sfruttando tutte le varie opportunità che si presentano.

E proprio quest’ultima riflessione smonterebbe tutte le teorie che vorrebbero maxiemendato il DUP (Documento Unico di Programmazione) in pochissime ore. L’unica motivazione per il quale vede migliorato e di tanto il nuovo documento approvato ieri è che nel tempo intercorso tra quello precedente e quello nuovo è che si sono evoluti provvedimenti come il Decreto Ristoro che nel frattempo è stato trasferito ai Comuni, i 500mila euro sbloccati per la ristrutturazione della Galleria Vittoria che nel primo documento, non solo non era ancora accaduto il crollo, ma che a maggior ragione non si poteva prevedere neanche il costo per la riqualificazione. Come non si erano nemmeno sbloccati i fondi per la stabilizzazione degli LSU. Quindi di cosa si vuole parlare? Con l’emendamento apportato al documento di programmazione non si è fatto altro che fotografare e cristallizzare le nuove entrate, quindi le strumentalizzazioni le porta via il tempo e i fatti rimangono. E grazie all’abnegazione dell’Amministrazione si è potuto approvare il DUP con annesso Piano del Patrimonio comunale.

Non trova fondamenta neanche l’attribuzione di un accordo politico/clientelare tra il Sindaco e i forzisti/moderati che si sono assentati o votato favorevole al bilancio. Anche perché il duo Guangi-Palmiero ha sempre sostenuto la propria contrarietà ad affidare la città nelle mani di un Commissario Prefettizio che come è giusto sapere, amministra non secondo una visione ma assicurando solo i servizi ordinari. A differenza di chi, in maniera del tutto personalistica, ha tentato di fare lo sgambetto al Sindaco per due motivi. In primis i quattro del PD speravano, avendo già l’accordo con chi in periodo di pandemia ha iniziato una vera e propria guerra con l’ex magistrato, di poter fare da ago della bilancia per poi trattare su un’eventuale coalizione futura a trazione deluchiana e far cadere così l’ipotesi di candidatura a sindaco di Alessandra Clemente la quale, in accordi con il primo cittadino napoletano, aveva già annunciato la sua disponibilità a dare continuità amministrativa al lavoro fatto dal leader arancione. Il secondo motivo invece è quello che nella peggiore delle ipotesi non si fossero verificate le condizioni succitate, quanto meno avrebbero dato una seria “spallata” – così come ha anche dichiarato la fascia tricolore al termine della seduta consiliare – all’amministrazione De Magistris facendo l’interesse, in questo caso, dell’attuale rivale politico dal punto di vista mediatico Vincenzo De Luca. E la città? A che posto la mettiamo? Subito dopo le opportunità politiche?

Quindi, nessun accordo tra De Magistris e l’area moderata del consesso pubblico ma solo un gesto di responsabilità da parte di chi ama, ancora, mettere la città al primo posto. Al contrario, invece, sono oggettivi e tangibili i motivi per cui chi è stato eletto con il primo cittadino ha votato contro il bilancio. Semplicemente perché avendo voluto cambiare carro del vincitore, salendo su quello del vincitore più fresco di vittoria e forse anche più mediaticamente influente, vista la gestione della pandemia, ha preferito pensare al proprio futuro politico piuttosto che al bene della città. E pazienza se il Consigliere Simeone avesse votato contro o meno il bilancio se fosse stato presente in aula e non portato via su una sedia a rotelle per un malore improvviso. Il dato rimane. Chi ha votato contro al bilancio non ha pensato minimamente al bene collettivo ma al proprio futuro politico. Questo la città dovrebbe ricordarselo alla prossima tornata elettorale.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Popolari

Exit mobile version