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Unico Campania. Scoppia il caos tra gli studenti: rivogliono i soldi indietro!

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Sono sempre di più le polemiche nei confronti di Unico Campania da parte degli studenti universitari per gli abbonamenti concessi e poi revocati dall’azienda dei trasporti pubblici.

In questi ultimi giorni, infatti, attraverso una e-mail inviata a “neo ex studenti”, ossia tutti coloro che, iscritti all’università e residenti in Campania, hanno pagato le tasse universitarie del loro ultimo anno per l’anno accademico 2018/2019, avendo il tempo di laurearsi entro marzo del 2020 (data limite successivamente estesa a giugno 2020 a causa della situazione d’emergenza), Unico Campania sostiene la loro irregolarità d’iscrizione all’Università per l’anno accademico 2019/2020, basandosi sul dato del mancato pagamento delle tasse per il suddetto anno.

A tali studenti da Unico Campania è stato richiesto di inoltrare una documentazione che attesti tale iscrizione altrimenti, si cita testualmente, “si darà avvio al procedimento di revoca del beneficio e al recupero del valore del titolo”. Oltre il danno anche la beffa, dunque.

L’abbonamento gratuito per studenti funziona con rinnovo annuale, con costo per la prima emissione di 50 euro, e di soli 10 euro per i rinnovi degli anni successivi.

La categoria di studenti in questione aveva inoltrato ad Unico Campania la domanda di ricezione della card gratuita anche per l’anno accademico 2019/2020, vedendo tale richiesta essere convalidata una volta pagato il corrispettivo dovuto ed hanno così ricevuto la card e l’abbonamento.

E’ così scoppiato il caos e gli studenti, tra polemiche e lamentele, hanno scritto al Consorzio e si sono schierati contro la Regione.

Bisogna capire se effettivamente chi risultava iscritto all’anno accademico 2018/2019, con possibilità di conseguire il titolo entro marzo 2020, era davvero da considerarsi “regolarmente iscritto” anche per l’anno accademico successivo, oppure no.

Comunque sia gli studenti sostengono che allora era compito della Regione non approvare la loro domanda a suo tempo, e non cercare il rimborso successivamente, come invece è accaduto ora, in un periodo che è già abbastanza “particolare” di suo.

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