Nella giornata di ieri è deceduto il Campione Diego Armando Maradona.
Proclamati tre giorni di lutto nazionale in Argentina.
Al momento della crisi respiratoria accusata da Maradona, sono giunti sul posto tantissimi medici, tra cui Leopoldo Luque (quello che lo ha operato al cervello), che hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo con la somministrazione di adrenalina e atropina e sono infine stati costretti a constatarne il decesso.
Sul corpo di Maradona, ieri sera, è stata effettuata l’autopsia, il cui risultato preliminare parla di uno scompenso cardiaco acuto che ha generato un edema polmonare. I medici dell’Ospedale di San Fernando, in provincia di Buenos Aires, hanno diffuso un referto, in cui si legge:
“Il decesso è stato attribuito ad un’insufficienza cardiaca acuta, in un paziente con una miocardiopatia dilatata, insufficienza cardiaca congestizia cronica che ha generato un edema acuto del polmone”.
All’autopsia ha partecipato anche un perito nominato dalla famiglia di Diego. Lo studio sarà completato con le analisi tossicologiche, volte a precisare l’eventuale assunzione di farmaci, droghe o alcol da parte di Maradona.
Questa mattina la salma di Diego è arrivata alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale a Buenos Aires, dove, secondo le notizie riportate dal Clarin, è stata allestita la camera ardente fino a sabato. Prima dell’apertura al pubblico, sono entrati la ex moglie Claudia Villafañe, le figlie Dalma e Giannina, e numerosi calciatori ed amici storici, tra cui Carlos Tevez, Martin Palermo e Guillermo Coppola.
Quattro magistrati sono già al lavoro per fare chiarezza sulla vicenda. Secondo l’agenzia Telam, il procedimento è condotto dal pubblico ministero Laura Capra, che sta coordinando le indagini all’interno della casa del Pibe de Oro, sita in località Tigre nei pressi di Buenos Aires, dove è intervenuta anche la Polizia Scientifica.