Al termine della primissima fase di indagini sulla morte di Giuseppe Cantalupo, l’85enne deceduto nella toilette del Cardarelli, dal tavolo dei pm emergono i nomi dei primi indagati.
La Procura di Napoli punta a restringere il cerchio dei possibili responsabili di una vicenda di cronaca finita al centro di un dibattito che ha sconvolto la Sanità Campana.
Presentatasi all’autopsia con un fascicolo aperto contro ignoti, la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e abbandono di incapace.
Le verifiche condotte dal pm Liana Esposito, sotto il coordinamento dell’aggiunto Simona Di Monte, hanno portato al sequestro di varie cartelle cliniche e sono state ascoltati i primi testimoni coinvolti nella vicenda.
La decisione di non notificare avvisi di garanzia può consentire di acquisire testimonianze utili da chi era al lavoro in quelle ore cruciali in cui è avvenuto il decesso dell’84enne.
Non è stata l’unica vicenda luttuosa in quei giorni: il dodici novembre, oltre alla morte di Cantalupo, c’è stato un altro caso su cui la Procura è chiamata a fare chiarezza.
Cantalupo era arrivato al Caradrelli, in ambulanza, con saturazione bassa. Positivo al Covid, ottenne una prima terapia di ossigenazione attraverso la quale si stabilizzò.
Restò in osservazione breve, sulla lettiga, in quella sorta di anticamera dell’ospedale, filmata quando si scopre la sagoma dell’anziano paziente all’interno della toilette.
Secondo il legale della famiglia, Antonio Zobel, sulla base della consulenza del medico legale di fiducia, il consulente di parte Saverio Terracciano, Cantalupo poteva essere salvato: “C’è stata un’insufficienza respiratoria, che poteva essere contrastata da un intervento risolutivo, con l’induzione di ossigeno. Nessuno era presente però in quel momento: bisogna verificare il livello di responsabilità di medici e infermieri”.
L’ufficio inquirente intende evitare di iscrivere nel registro degli indagati decine e decine di professionisti, ma preferisce restringere il campo di osservazione a chi potrebbe aver avuto una responsabilità nell’assistenza di Cantalupo nelle sue ultime ore di vita.