“Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutte le italiane e gli italiani devono mobilitarsi per andare in aiuto a questi fratelli colpiti da questa nuova sciagura. Perchè, credetemi, il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi” (Sandro Pertini, discorso alla nazione dopo il terremoto in Irpinia del 1980).
Chi non era ancora nato non può capire, chi l’ha vissuto non potrà mai dimenticare… C’è chi è rimasto lì fermo immobile, quasi paralizzato, tra paura e smarrimento, in pochi attimi i sogni di una vita si sono sgretolati per sempre, sono crollati come cartone al vento, e gli occhi stanno ancora oggi lacrimando per quel dolore infinito.
Novanta secondi, solo novanta ma interminabili secondi in cui Campania e Basilicata furono colpite da una scossa 6.9 che le sventrò per sempre. Il bilancio fu quasi da apocalisse: circa 3000 morti, 9000 feriti e 280.000 sfollati.
Quello di 40 anni fa fu il terremoto più potente degli ultimi 100 anni. L’epicentro del sisma, Conza della Campania, venne completamente rasa al suolo. Ancora oggi le conseguenze di quel disastro sono tangibili e molte sono le persone che non hanno più riavuto indietro ciò che è andato perso per sempre.
“Ero lì ferma immobile, accanto alle ante del balcone, mentre tutti correvano giù io non riuscì a muovermi e rimasi in casa con mio padre” aveva 14 anni quando accadde, oggi ne ha 54 ma il ricordo è ancora nitido e vivo, chiunque ricorda cosa stesse facendo in quel momento e tutte le conseguenze, il resto è storia…
Un giorno qualsiasi di un anno qualunque, ma improvvisamente un sussulto fortissimo, un enorme boato cambiò per sempre la vita di migliaia di persone.
Le province più colpite furono Avellino, Salerno e Potenza: più di 20.000 case vennero distrutte e non sono state mai più ricostruite.
Come se tutto fosse accaduto ieri, come se non fossero passati 40 anni, c’è ancora chi aspetta un risarcimento da allora, ma i soldi pubblici sono svaniti nel nulla quasi come sotto la nuvola di polvere che venne a crearsi da quelle macerie.
Il 23 novembre 1980, 40 anni fa, tremò la terra in un modo spaventoso, oggi, a quarant’anni da quel disastro, i cuori di coloro che l’hanno vissuto non smettono ancora di tremare, in attesa di un risarcimento per ciò che hanno perso e per tutti quelli che in quell’istante sono spariti per sempre, come ingoiati da una voragine infinita, di tutti coloro che un istante prima erano lì accanto a loro e l’istante dopo sono svaniti come cenere al vento.