ARZANO – I cittadini arzanesi chiedono di fare chiarezza sull’episodio di ieri sera perché, dopo tre lunghi e decennali commissariamenti prefettizi, l’insicurezza e le minacce provenienti addirittura da bande armate parlano di un paese abbandonato nelle mani dell’anti Stato.
Oggi, gli arzanesi rifiutano le generiche denunce di stese e minacce che arroventano un clima d’assedio; esigono la verità, perché i fatti raccontati in piazza Cimmino e a via Pecchia risultano diversi da quelli che si leggono sulla stampa.
Secondo la vox populi, la “stesa” di ieri sera non sarebbe altro che l’ennesima storia di pizzo, certamente inquietante e tale da richiedere un deciso intervento delle forze dell’ordine.
Ieri sera, otto motociclisti, con casco integrale su scooter rombanti, sarebbero partiti dal vico Luigi Piscopo e, dopo aver riscaldato i motori con un giro in piazza, si sarebbero diretti su via Pecchia, sostando brevemente davanti ad un esercizio commerciale dove avrebbero esibito una pistola per “convincere” il titolare a pagare il pizzo.
Si tratta dell’ennesima intimidazione che più e peggio della crisi economica mette in ginocchio il commercio e la ristorazione ad Arzano.
Il titolare dell’esercizio commerciale già in passato si sarebbe rifiutato di pagare il pizzo e, addirittura, con gesto plateale, affisse fuori alla saracinesca di un suo precedente locale un cartello con sopra scritto “Non siamo soci”.
D’altra parte, a Polizia e Carabinieri, che sicuramente ben conoscono il fenomeno, non mancherà modo di controllare le telecamere collocate in piazza Raffaele Cimmino, lungo via Roma e e via Pecchia, per verificare la portata reale di quanto è accaduto, che peraltro confermerebbe una assidua attività estorsiva.
In passato, qualche coraggioso ha trovato la forza di denunciare, oggi, nello stato di abbandono in cui versa la città, farlo diventa più pericoloso che mai.
Fate presto!