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Coronavirus, il nuovo DPCM: ecco le regioni a rischio chiusura

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Nella giornata di lunedì 2 novembre il Premier Giuseppe Conte ha spiegato alla Camera dei Deputati e in Sentato le misure previste nel nuovo DPCM, che dovrebbe essere annunciato questa sera, come confermato dalla sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, che ha affermato:

Non paralizzerà il Paese, ma sarà basato sul lockdown light come il modello tedesco“.

Le principali misure sono le seguenti:

  • Limitazioni agli spostamenti interregionali;
  • Didattica a distanza per tutte le scuole superiori e le Università (gli esperti del Cts chiedono che siano tenuti a casa anche gli alunni delle elementari);
  • Coprifuoco alle 20 o alle 21 valido a livello nazionale;
  • Chiusura di musei, sale bingo e centri scommesse;
  • Chiusura dei centri commerciali nel weekend (giorni festivi e prefestivi), tranne i negozi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le edicole e i tabacchi presenti nei centri;
  • Riduzione al 50% della capienza massima per i trasporti locali, dagli autobus ai treni regionali.

Il DPCM dovrebbe inoltre prevedere una divisione del Paese in tre aree di rischio, ad ognuna delle quali corrisponderanno misure sempre più restrittive. In questo caso è ancora in atto una discussione tra il Premier, che vorrebbe imporre le tre zone con simile livello di rischio, e una parte della maggioranza, a cominciare dal ministro della Salute Roberto Speranza e i governatori delle Regioni, che vorrebbero misure omogenee su tutto il territorio nazionale. Proprio di questo si discuterà nel corso del vertice tra Governo, Presidenti di Regione e Sindaci, previsto per le 15.30.

Le fasce di rischio saranno stabilite in base all’Indice Rt che indica la diffusione del virus e i 21 criteri stabiliti dagli esperti, che comprendono anche la pressione sugli ospedali ed in particolar modo sulle terapie intensive. Di volta in volta quindi le diverse Regioni saranno immesse nella fascia attraverso un’ordinanza del ministero della Salute.

La fascia ad alto rischio, in questo momento, prevedrebbe un leggero lockdown per le Regioni con indice Rt superiore a 1,5 (Lombardia (2,01), Piemonte (1,99) e Calabria (1,84): stop a tutte le attività non essenziali, comprese estetisti e parrucchieri, industrie aperte, smart working al 70% per la pubblica amministrazione, didattica a distanza per tutte le scuole superiori e le Università e ipotesi di autocertificazione per le uscite di casa.

Nella fascia intermedia ci sono le regioni con indice Rt a ridosso della soglia di allerta (Liguria, Puglia, Campania, Veneto, Alto-Adige e Valle d’Aosta). In questo caso si prevedrebbe la chiusura di bar e ristoranti, per i quali è concesso il servizio a domicilio. Resterebbero invece aperti i centri estetici e parrucchieri, così come tutto il comparto dei servizi alla persona.

Per tutte le altre regioni con indice Rt basso, che non rientrano nelle altre due fasce, le misure restrittive saranno quelle previste per l’intero territorio nazionale.

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