Il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, intervenuto a Radio 24, ha parlato della situazione Coronavirus in Campania e a Napoli:
“A breve credo che andremo a misure ancora peggiori, perché sulla sanità è stato fatto poco o nulla. I numeri sono purtroppo aumentati per il liberi tutti di quest’estate: non bisognava aprire i confini verso e dall’estero e forse adottare altre misure, ma ora inutile ragionare col senno di poi. Se guardiamo cosa non è stato fatto sulla sanità diventa quasi un dibattito sterile.
A febbraio in Campania eravamo a 334 posti letto di terapia intensiva per tutte patologie per 6 milioni di abitanti, quando per legge dovevano essere 1500. All’inizio della seconda ondata sono diventati 100 solamente per il Covid, che sono stati poi aumentati attualmente credo a 200. Complessivamente siamo intorno ai 5-600 posti di intensiva e dovremmo essere almeno a 1500. Ma Napoli ormai è satura, non ci sono più ambulanze sufficienti, non ci sono posti letto in reparto, in intensiva e in subintensiva, non sono ancora partite le assistenze domiciliari, la medicina del territorio, quelle che devono intervenire subito sul focolaio per evitare che tutta la gente vada in ospedale. Solo adesso stanno iniziando a muoversi, solo ora la Asl dice che sta cercando le strutture per mettere i positivi asintomatici o le persone che possono uscire dall’ospedale perché non hanno più bisogno di ossigeno.
Ora sta venendo fuori che siamo forse costretti a distruggere esercizi commerciali, ad annientare persone sul lavoro, a mettere alla fame napoletani e campani perché non si è fatto nulla. Se avessimo quei posti letto staremmo tutti più tranquilli.
Serve un grande piano per il lavoro. Il Governo deve cambiare marcia e invece a me sembra che si è fatto trovare impreparato e che sta manifestando le stesse misure di marzo e questo mi sconcerta perché questo disorientamento si poteva capire all’inizio ma ora siamo a ottobre.
Non credo che i ristori siano sufficienti perché ad esempio la città di Napoli non vive di grandi industrie ma di economia circolare dove a volte non arriva nemmeno la cassa integrazione, ci sono persone che lavorano a nero e in Italia purtroppo sono tante perché vengono sfruttate e anche tutti questi hanno diritto a non morire ma a vivere”.