Giuseppe Alviti ( F.n.l) denuncia: “Al liceo Vincenzo Cuoco – Tommaso Campanella di Napoli, da una settimana gli studenti di diverse classi sono costretti a seguire le lezioni senza banchi”
Al liceo Vincenzo Cuoco – Tommaso Campanella di Napoli, da una settimana gli studenti di diverse classi sono costretti a seguire le lezioni senza banchi. Le classi a cui mancano i banchi non sono mica poche: se ne contano circa 7 nella Sede Centrale dell’Istituto e i più fortunati tra queste hanno delle sedie in più, che gli permettono di poggiare libri e quaderni davanti a loro.
Chi parla è il responsabile Regionale della Campania, per la federazione nazionale Lavoratori, Giuseppe Alviti e prosegue: “Sul lungo andare, però, star piegati su una sedia comporta a problemi alla schiena e dolori. Gli stessi dolori che prova alle gambe chi si è inginocchiato per poter prendere appunti. Ai rappresentanti di istituto, il dirigente scolastico promette i banchi entro Lunedì 5 Ottobre ma c’è l’inghippo che rivela il vero responsabile di questa condizione pietosa. I banchi che verranno predisposti la prossima settimana saranno prelevati dall’altra sede del Liceo sita in Via Stella, dove se ne trovano in più. Invece i banchi promessi dal Ministero dell’Istruzione devono ancora esser consegnati. Voci dicono che quelli arriveranno a fine Ottobre. Ma restano voci. Nel frattempo, gli studenti che possono si “arrangiano”. Ma arrangiarsi non basta. Il MIUR ha avuto più di cinque mesi per organizzare il rientro a scuola, ma a causa della disorganizzazione e dei pochi fondi, le scuole sono arrivate impreparate al primo giorno di scuola e stanno chiudendo una dopo l’altra per casi sospetti o positivi. Poi l’autonomia scolastica ha dato il colpo di grazia, lasciando soli i singoli istituti”. Qui il noto sindacalista napoletano Giuseppe Alviti leader Federazione nazionale Lavoratori insorge dichiarando: “Gli studenti non devono “arrangiarsi ”. Perché tra quelle sedie sparpagliate studiano anche i ragazzi che saranno futuri infermieri, medici, dottori, che un giorno potrebbero salvarci la vita da una pandemia che ha fatto più di un milione di morti nel mondo. Inginocchiato su quelle sedie c’è il nostro futuro. E che sia in ginocchio, è una triste metafora. Ritrovarsi senza un banco è demoralizzante e irrispettoso per noi genitori e per gli stessi studenti, ed è difficile per gli insegnanti che non possono svolgere una lezione completa. E allora, se il Ministro dell’Istruzione era a conoscenza di queste problematiche, perché ci ha mandato al macello? Noi non resteremo a guardare. I nostri diritti vanno rispettati, perché sono i diritti per il futuro di tutti”, conclude Alviti.